La lotta per salvare il posto di lavoro alla Ast, l’acciaieria ternana rimbalzata tristemente agi onori delle cronache per lo scellerato piano industriale confezionato dall’a.d. Morselli e per i recenti fatti di cronaca di Roma, va avanti. E’ quanto ha deciso l’assemblea dei lavoratori, circa un migliaio quelli riunitisi davanti ai cancelli oggi, che confermano lo sciopero ad oltranza (e i picchetti davanti ai cancelli dell’industria) almeno fino a giovedì prossimo, quando al Mise è atteso il nuovo tavolo tecnico.
“No a ricatti” – nonostante qualche momento di tensione, causato dalla volontà dei meno di tornare al lavoro (l’azienda ha deciso di non pagare lo stipendio di ottobre fino a quando le maestranze non torneranno a ‘marcare’ i tornelli), l’assemblea ha deciso di proseguire la vertenza a oltranza. “Andiamo avanti con lo sciopero” ha detto Claudio Cipolla della Fiom “dobbiamo stringere i denti, cedere ora significherebbe annullare quello che abbiamo finora costruito. Il sindacalista annuncia poi azioni legali verso la Marselli: “non escludiamo né una denuncia per appropriazione indebita, né una denuncia collettiva per mobbing.
In bus fino a Bruxelles – intanto Riccardo Marcelli (Fim Cisl) ha annunciato la partenza per domattina di tre bus per Bruxelles dove si terrà un sit-in davanti al palazzo della Unione Europea. Contatti sono stati avviati per avere un incontro sia con i parlamentari italiani, sia con i rappresentanti della Commissione europea.
Aggirare il ricatto – intanto da più parti arrivano proposte per arginare i devastanti effetti della mancata retribuzione dello stipendio, che già fa sentire il suo peso sulle famiglie degli operai. Da Sel è partita la proposta che le Fondazioni (a cominciare dalla CariTerni) istituiscano un fondo per coloro che sono più in difficoltà. Dipendenti e sindacati hanno inoltre chiesto al Prefetto un intervento sulle banche affinchè ‘congelino’ la riscossione dei mutui che gravano sulle famiglie e magari dare un anticipo sullo stipendio.
“Mai più manganelli” – intanto il ministro della Difesa Roberta Pinotti, in una intervista a SkyTg24, citando gli scontri dei giorni scorsi tra polizia e manifestanti ha detto che si è trattato di un momento doloroso, una fabbrica che chiude e’ ferita terribile, e non si puo’ rispondere con i manganelli. La tensione ha fatto scappare di mano la situazione e cio’ non deve ripetersi. Oggi il problema pero’ e’ cercare una soluzione perche’ l’acciaieria continui a produrre, e so che la collega Guidi e’ impegnata al massimo”.
Solidarietà – intanto dopo il video messaggio di solidarietà di Renzo Arbore (Umbria Jazz) arriva quello del consiglio comunale di Parma.