Continua a colpi di video la ‘guerra’ per stabilire le cause delle manganellate agli operai delle acciaierie di Terni, volate in occasione del presidio dei lavoratori all’ambasciata tedesca dello scorso 29 ottobre.
Nei giorni passati, alcuni giornale ‘orientati’ verso destra e tradizionalmente ‘vicini’ alle forze di polizia, avevano diffuso un video che dimostrerebbe, secondo un ‘nuovo’ punto di vista, che sarebbero stati gli operai ad agire contro gli agenti e non viceversa.
Nella serata di ieri, “Gazebo”, (Qui il video a partire dal minuto 13.00) ha invece mandato in onda un ulteriore video, in cui viene confermata quella che era stata la prima sensazione, cioè che gli operai siano stati caricati in un momento in cui non era necessario ricorrere alla violenza.
Senza necessariamente dover andare a fare una moviola dei frame è abbastanza evidente ciò che è successo: un funzionario di Polizia ordina “caricate” ben prima del momento dello scontro, e gli operai che si avvicinano al cordone di Polizia sono palesemente accerchiati e con le mani ingombrate dallo striscione, quindi ‘inoffensivi’. Un’azione di contenimento sarebbe stata sicuramente più adeguata al momento, anche perché l’offesa delle forze dell’ordine ha messo in una situazione di imbarazzo il Ministro Angelino Alfano, che è stato costretto ad ammettere che c’è stato un “equivoco”.
Continua così, a colpi di scena mediatici, la ribalta della vertenza Ast di Terni su giornali e telegiornali nazionali, tutti impegnatissimi nella caccia alla miccia che ha acceso la violenza in piazza.
La verità è un atto dovuto, soprattutto se è lo Stato che deve ‘giustificare’ un’incapacità oggettiva di gestire situazione di tensione sociale, ma i riflettori rischiano di essere spostati su vicende meno gravi della reale situazione in cui si trovano gli operai: sotto ricatto, senza lavoro e con un futuro incerto.
Se il premier Renzi ha infinite colpe per non essere venuto prima a Terni ed aver aspettato troppo a lungo per impegnarsi in prima persona nella vicenda, una ragione, oggi, gli va riconosciuta. In occasione degli scontri tra forze dell’ordine e antagonisti a Brescia, dove il Presidente del Consiglio era in visita ad una riunione della sezione locale di Confindustria, Renzi ha dichiarato che “C’è un disegno per dividere il mondo del lavoro”.
In questi giorni abbiamo assistito a vari tentativi di ‘usare la piazza’; a Terni era successo anche in occasione della manifestazione del 17 ottobre scorso, quando i sindacati avevano ‘usato’ i 30mila per sottolineare come il Governo non fosse all’altezza di sentire la voce della piazza, mentre il Governo ha interpretato i fischi rivolti alla Camusso e agli altri esponenti delle sigle nazionali come una mancanza di fiducia nei confronti di chi dovrebbe tutelare il lavoro e i lavoratori.
Mutatis mutandis, anche i video degli scontri vengono usati ora per scagionare qualcuno, ora per difendere qualcun altro. La piazza non si ‘usa’, si ascolta. E se non si vuole ascoltarla, si rispetta.
E soprattutto le priorità devono essere ripristinate: non sono ‘manganellate’ anche i ‘ricatti’ della Thyssen che pone l’aut aut “se non tornate a lavorare, niente stipendio”? Non sono manganellate i continui rinvii di tavoli, vertici e impegni istituzionali?
Se ci fosse Dante con la sua Commedìa a decidere le colpe di ognuno, certamente avrebbe punito in modo più grave i traditori, che nell’Inferno occupano il IX cerchio, quello più vicino a Lucifero. E Dante, che tanto sciocco non era, aveva chiaro che è peggio colui che tradisce con la parola che non il violento contro gli altri. Per loro c’è appena il VII cerchio, ancor prima delle “Malebolge”. Ai poliziotti che hanno colpito (ancora non si capisce per ordine di chi) dunque, una pena meno severa di chi ha tradito di continuo la fiducia di chi lotta per un diritto.
Intanto, nella giornata di oggi, sono partiti da Terni 3 pullman per Bruxelles, con una delegazione di sindacati e operai che saranno accolti dalle istituzioni europee: qualcuno mormora che Renzi giovedì possa essere a Terni, circostanza che francamente sembra anomala: una tempistica che sarebbe irragionevole, anche in virtù dei prossimi incontri in agenda del Governo.
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