Primo caso a Terni di annullamento con reintegra di un licenziamento intimato da AST, con la “famigerata” legge Fornero, in base alla quale si può licenziare un lavoratore per un fatto disciplinarmente rilevante anche se non di gravità tale da meritare il licenziamento. Basta che il fatto, pur non grave, sussista: in tal caso l’Azienda viene condannata a pagare un risarcimento che può variare dalle 12 alle 24 mensilità ma il posto di lavoro è perso per sempre.
Nel caso di specie, invece, l’Ast, in persona dell’A.D. Dott.ssa Lucia Morselli, è stata condannata tanto al reintegro del lavoratore licenziato che al risarcimento del danno (12 mensilità).
I fatti risalgono al febbraio 2015 quando venne licenziato il Sig. M. R., ternano, addetto alla vigilanza in AST, assistito dagli Avvocati Crescimbeni e Lavari, senza che ricorressero “gli estremi del giustificato motivo soggettivo o della giusta causa addotti del datore di lavoro”. Così ha stabilito il Tribunale di Terni di fatto stabilendo che la sanzione espulsiva fu troppo grave rispetto al fatto contestato.
La “scure” Morselli calò quindi troppo forte, il licenziamento fu sanzione troppo grave quindi illegittima. Da quanto risulta questo è il primo caso di reintegrazione in Acciaieria.