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Ast, in campo il Vaticano / Thyssen “Taglieremo 30 milioni al costo lavoro”

La carica della della Polizia agli operai delle acciaierie di Terni durante la manifestazione continua ad essere l’argomento del giorno, con il mondo politico che insorge contro Alfano per “l’equivoco” (alla mozione di sfiducia si è aggiunta anche la Lega) e i sindacati che ‘litigano’ ancora col Governo, inserendo l’episodio nella lunga scia delle scaramucce sul Jobs Act.
Sull’episodio è intervenuto anche il Vaticano, per bocca di Monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Cei per i Problemi Sociali e del Lavoro: “Un nervosismo che a tratti diventa rabbia, anche perche’ l’episodio dell’altro ieri ha creato quasi una barriera tra le esigenze legittime del mondo del lavoro, esasperato da questi numeri tremendi di licenziamenti, con la realta’ governativa che non si e’ fatta capace di capire ed interpretare. Questo e’ il nodo maggiore”.

Intanto c’è una città che vive in sospeso, in attesa di un punto di svolta che chiarisca una volta per tutte quale sarà il destino dei lavoratori a rischio licenziamento. La notizia di un’apertura della multinazionale tedesca a rivedere il piano industriale è stata anticipata dal portale Affaritaliani.it, al quale il management Thyssen ha ribadito che “i tagli al costo del lavoro devono restare di 30 mln. Il ministro Guidi ci ha presentato nuove opzioni per raggiungere gli obiettivi di ristrutturazione concordati. Abbiamo riconosciuto che le opzioni illustrate dal ministro possono fornire un percorso alternativo per realizzare i risparmi necessari di 30 milioni di euro l’anno sul costo del lavoro, al fine di mantenere l’integrita’ dell’impianto di Terni. Ma nel caso in cui i risparmi complessivi necessari non possano essere realizzati con queste misure, saremo ovviamente costretti a tornare alle misure previste nel piano precedente. La posizione di ThyssenKrupp e’ sempre la stessa – dicono da Essen – vogliamo che Ast torni ad essere un player di primo piano nel mercato dell’acciaio inox. Per fare ciò, il management Ast ha presentato un piano industriale il 17 luglio scorso. Un piano basato sul taglio dei costi in tutti i settori – operativi, strutturali, di vendita e di personale – e su nuovi mercati e sulle vendite. Come raggiungere questi obiettivi è stato oggetto di discussione tra il management di Ast, i sindacati e i rappresentanti del governo in varie riunioni, l’ultima delle quali ha avuto luogo mercoledì tra i vertici di Ast e il ministro Guidi. In questo incontro il titolare del Mise, ha presentato nuove opzioni per raggiungere gli obiettivi di ristrutturazione concordati. Il management accetta volentieri l’invito del ministero dello Sviluppo e di quello del Welfare di proseguire la trattativa con i sindacati coinvolti e di prendere in considerazione tutte le opzioni che portino al raggiungimento degli obiettivi iniziali di ristrutturazione”.

Ma il nodo da sciogliiere rimane proprio questo: i sindacati saranno disposti a firmare un accordo che prevede un taglio dei costi del lavoro da 30 milioni?
E soprattutto bisognerà vedere come il Governo gestirà questa delicata fase di rapporti coi sindacati.

Fino a giovedì intanto sarà nuovo sciopero, giorno in cui è convocato il tavolo al Mise per riaprire la trattativa sul piano industriale. A Terni, il consiglio comunale, dopo la riunione dei capigruppo (assente quello di Forza Italia), ha deciso di sospendere l’attività politica almeno fino a venerdì in segno di solidarietà con i presidi dei lavoratori delle acciaierie.
“Solo dopo un accordo sul piano industriale – dice Cavicchioli, capogruppo Pd  è possibile prendere in esame il quadro occupazionale, tenendo conto delle esigenze produttive delineate ed utilizzando, in presenza di eventuali esuberi, tutti gli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento, come i contratti di solidarietà. Appare incomprensibile e censurabile – conclude Cavicchioli – sotto ogni profilo il comportamento dell’azienda che non ha corrisposto gli stipendi introducendo un ulteriore elemento di forte frizione in un quadro già ampiamente compromesso. Sotto questo profilo verranno  prese tutte le iniziative in ogni sede per rimuovere una situazione connotata da illegittimità sostanziali e da volontà non dirette a perseguire un clima favorevole a ipotesi di accordo”.

Anche il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha avuto dure parole sulla vicenda dei mancati pagamenti degli stipendi ai lavoratori: “In queste ore stiamo assistendo a una ulteriore grave provocazione da parte dell’ad di Ast. Il blocco dei salari che i lavoratori stanno subendo è del tutto ingiustificato e illegale, si tratta infatti di una palese illegittimità che mina la capacità di tenuta delle famiglie dei lavoratori e l’economia della comunità ternana in quanto ci troviamo di fronte a centinaia di famiglie in assenza di reddito e quindi del tutto inibite nel loro potere di acquisto e nella capacità di ottemperare alle scadenze economiche. E’ privo di ogni giustificazione che un’Azienda che non ha alcun problema di cassa si rifiuti di pagare quanto dovuto ai lavoratori. Per rimuovere questo blocco che ha dei chiari elementi vessatori e penalizzanti, ho subito chiesto al ministro Guidi di intervenire nei confronti della azienda per chiedere di onorare gli impegni dovuti e ribaditi in sede di trattativa al Mise”.

A Genova oggi è sfilata, per le vie della città, una manifestazione di operai delle Riparazioni navali in sciopero. Tra cori contro la Polizia e contro il premier Renzi, il delegato Fiom, Bruno Manganaro ha fatto sapere che “è uno sciopero di solidarieta’ alla lotta di Terni e la lotta di tutti, ma non dobbiamo dimenticare le vertenze aziendali genovesi come Ilva, Selex e Esaote”.