Ore 20.30 – In nota congiunta, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo e la governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini, hanno dichiarato: “Auspichiamo che il Parlamento europeo approvi una risoluzione che impegni la Commissione europea a intervenire per il futuro dell’Ast di Terni e, con esso, dell’acciaio italiano ed europeo”.
Ecco la nota integrale, a firme congiunte, dei sindacati:
“Alla vigilia della ripresa del confronto al ministero dello sviluppo economico sulla vertenza Ast, i lavoratori e le federazioni sindacali europee e nazionali che li accompagnano, hanno deciso di portare le loro ragioni e consegnarle ai parlamentari europei.
Ragioni che non sono semplicemente riconducibili alla prospettiva del sito ternano, ma che riconducono alle più generali prospettive delle produzioni di acciaio in Italia ed in Europa.
I lavoratori di Ast chiedono ai parlamentari europei di sostenere il ‘no’ ai licenziamenti e al contrario mettere in campo azioni alternative a partire dall’utilizzo dei contratti di solidarietà attraverso la riduzione degli orari di lavoro che rappresentano una via di uscita sostenibile da questa crisi.
Questo strumento rappresenterebbe inoltre una grande opportunità per i lavoratori e le lavoratrici di sottrarsi alla competizioni che colloca gli uni contro gli altri all’interno della stessa Unione ruropea.
Inoltre chiedono ai parlamentari europei di impegnarsi sulle indicazioni e sugli obbiettivi che sinteticamente riportiamo:
1. Occorre vigilare che, come previsto dalla Commissione stessa al momento della riacquisizione da parte di ThyssenKrupp del sito ternano da Outokumpu, ThyssenKrupp collochi l’Ast dentro una strategia di mercato e di competitività internazionale anche in considerazione degli standard di sostenibilità ambientali europei decisi dalla Commissione che l’Ast stessa già possiede
2. Occorre che il piano industriale presentato il 17 luglio sia significativamente modificato e ridefinito nella sua natura e nei suoi obbiettivi produttivi, impiantistici ed occupazionali
3. Occorre che i parlamentari europei si impegnino a garantire l’integrità del sito ternano in tutte le sue articolazioni produttive (caldo e freddo) a partire dall’obbiettivo di tornare nel triennio ad una produzione di almeno 1,2 milioni di tonnellate di fuso, confermando l’assetto impiantistico con i due forni elettrici
4. Occorre, che il piano europeo per l’acciaio si doti di strumentazioni immediatamente operative in particolare a partire dai costi dell’energia, evitando un differenziale competitivo così ampio tra i diversi paesi europei e le diverse produzioni energivore
5. Occorre che i parlamentari europei facciano pressioni presso l’azienda per il pagamento immediato dei salari di ottobre
6. Occorre infine che si solleciti un quadro di relazioni industriali in norma con le regole europee”.
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Ore 19.00 – Le istituzioni umbre, accompagnate da Sassoli e Tajani, hanno incontrato i segretari della nuova presidente della Commissione alla Concorrenza, Margrethe Vestager, facendo presente che “Thyssen non sta applicando il piano industriale come dovrebbe” – come dice Tajani. Intanto Sassoli ha invitato tutte le forze dell’europarlamento a sottoscrivere un documento da presentare alla presidente della commissione a sostegno dell’Ast.
I lavoratori hanno abbandonato il presidio e, compostamente, stanno aspettando di rientrare a Terni. La partenza è prevista per le 21.00.
“Agli Europarlamentari italiani abbiamo chiesto di farsi portavoce delle nostre rivendicazioni: vogliamo che i diritti dei lavoratori italiani Ast-ThyssenKrupp siano rispettati, come avvenuto per i colleghi tedeschi”. Lo ha dichiarato il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici con delega alla Siderurgia, Daniele Francescangeli, che sta partecipando a Bruxelles con la delegazione di lavoratori e rsu Ast agli incontri istituzionali con i rappresentanti del Parlamento UE. “Il nostro auspicio – prosegue il sindacalista – è inoltre che il presidente della Commissione europea Juncker e il commissario alla Concorrenza Vestager sappiano rimediare agli ‘errori’ commessi dai loro predecessori, che non hanno vigilato in modo adeguato sulle operazioni di ThyssenKrupp e hanno così consentito alla multinazionale tedesca di mettere a rischio la strategicità e la specificità della produzione integrata del sito ternano, secondo logiche puramente quantitative e non qualitative”.
“Alle istituzioni europee – conclude Francescangeli – chiediamo di mettere in pratica quanto promesso, e tutelare così un sito produttivo e un comparto storici della nostra industria nazionale”.
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Questa mattina i lavoratori dell’Ast sono arrivati a Bruxelles, dove hanno organizzato un presidio a Piazza Luxembourg, davanti al Parlamento Europeo con striscioni e bandiere al seguito. Nel frattempo la delegazione di lavoratori, sindacati, e istituzioni ha incontrato i due vicepresidenti del Parlamento, David Sassoli e Antonio Tajani. Sarà proprio quest’ultimo che guiderà la delegazione nella stesura di due documenti da indirizzare alla Commissione Europea e al Parlamento, nei quali si faranno precisi riferimenti a volumi di produzione, commissioni e mantenimento di tutti i forni.
Mentre Sassoli ha avuto parole dure nei confronti dell’Europa ‘accusata’ di essere la principale responsabile di questa situazione: “Un’Europa ingiusta ha provocato questa vicenda. In un momento di crisi si è fatto riferimento a una posizione dominante anacronistica – ha detto il vicepresidente accogliendo gli operai – Questa Europa non è in grado di rilanciare il tema del lavoro e non permetteremo che venga dispersa la professionalità e l’occupazione di Terni”.
Il capogruppo dei Socialisti all’Europarlamento, Gianni Pittella, si è invece incaricato di scrivere alla dirigenza tedesca per sbloccare, almeno, la vicenda dei mancati stipendi ai lavoratori in sciopero. Pittella ha anche assicurato che si impegnerà per portare il problema dell’acciaio al Parlamento e a chiedere un incontro alla Commissione per l’Industria: “Non è pensabile che Terni sia privata dell’acciaio” – ha detto il capogruppo.
Mentre gli operai iniziavano il loro presidio anche il sottosegretario De Vincenti è intervenuto sulla vertenza ricordando che “Dopo aver ottenuto la disponibilità di Thyssen a trattare su un nuovo piano industriale, dovremo verificare le reali intenzioni dei tedeschi nell’incontro di giovedì prossimo al Mise. Il vero nodo non è l’intervento pubblico, ma l’attrazione di capitali. Thyssen deve dare un futuro produttivo ad Ast – dice ancora De Vincenti – in termini produttivi e occupazionali”.
Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, in una lunga nota ha spiegato il senso della sua presenza a Bruxelles: “Come sindaco di Terni, come punto di riferimento per le istituzioni locali della vertenza Ast, oggi sono presente a Bruxelles, così come non ho mai mancato alcuno degli appuntamenti rilevanti di una vertenza che negli ultimi due mesi è divenuta arroventata per gli atti unilaterali della Ad di Ast ma che parte almeno dal 2013, quando sono andati a vuoto i passaggi di proprietà per l’intervento dell’antitrust. Ebbene in questa lunga stagione ho cercato di lavorare con dedizione e impegno per fronteggiare prima il clima di grande incertezza dovuto agli assetti proprietari e poi per contrastare un piano di ristrutturazione irricevibile nella forma e soprattutto nella sostanza. Al di là delle interpretazioni – prosegue il sindaco – in questi lunghi e faticosi mesi ho costantemente tenuto i contatti con il Governo e per quanto possibile con la proprietà, anche se siamo in presenza di una multinazionale e di un amministratore delegato che ha dimostrato di non ritenere il dialogo con il territorio elemento fondante di sane e costruttive relazioni industriali. In questi mesi non ho mai soffiato sul fuoco, né gettato acqua, a secondo le occasioni o peggio ancora le convenienze. Ho preso le manganellate, in altre occasioni le critiche, ho ascoltato la rabbia e la delusione di chi ha giustamente paura per il proprio futuro, e l’ho fatto sempre nell’intento di essere a servizio della città che amministro e rappresento, nello spirito di un impegno pubblico che vuole andare al di là di ogni interesse personale, anche solo di immagine.
Né pompiere, né incendiario e sempre massimo rispetto per quanto deciso dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali: non spetta a me dire quali devono essere le modalità di lotta in questa vertenza. Ho semplicemente sottolineato che i lavoratori e le loro famiglie stanno pagando un prezzo altissimo non solo per la mobilitazione, la tensione, ma anche dal punto economico perché si sono visti in maniera del tutto ingiustificata bloccare gli stipendi dall’azienda e contemporaneamente vedono sulla loro busta paga gravare una stagione di lotta. Auspicare che questa lotta – che ripeto ancora una volta vede la mobilitazione di tutta la città – possa essere portata avanti tutelando per quanto più possibile le buste paga non vuol dire chiedere di ammorbidire, fare retromarcia o altro ancora. Colgo l’occasione per auspicare anche che ci siano bel altre occasioni per polemizzare mediaticamente, interpretare virgole e sospiri, per evidenziare assenze che non ci sono state e mai ci saranno. La vertenza Ast è una questione troppo importante per prestarsi a strumentalizzazioni, di piccola o ampia portata, ma che in nessun caso fanno gli interessi di Terni”.
Le parole del sindaco sono state ampiamente condivise anche della governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini: “Siamo a Bruxelles perché vogliamo sottolineare quanto le istituzioni comunitarie siano importanti per il futuro dell’industria siderurgica italiane e dunque per il futuro delle Acciaierie di Terni e la difesa dell’occupazione a Terni e in Umbria”. È quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che insieme – tra gli altri – al presidente del Consiglio regionale Eros Brega, al sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, all’assessore regionale Fabio Paparelli, si trova nella capitale europea dove è in corso il presidio dei lavoratori dell’Ast di fronte al Parlamento Europeo.
La presidente Marini ha ribadito le “responsabilità” che la precedente Commissione Europea ha nei confronti della situazione in cui si trovano attualmente le Acciaierie. “Ho più volte detto e lo voglio ribadire oggi in questa sede – ha rilevato – che la Commissione ha preferito ad una politica industriale europea, in grado di salvaguardare le produzioni siderurgiche in Italia come in Europa, l’applicazione burocratica di norme e regolamenti comunitari. Restiamo dell’idea che invece le istituzioni europee, Commissione e Parlamento, possano e debbano svolgere un ruolo più incisivo nell’ambito delle politiche industriali per favorire la difesa dei volumi produttivi, e dunque del lavoro e dell’occupazione, in Italia come a Terni”.
“Questo – ha proseguito – è ciò che chiediamo e chiederemo ai rappresentanti italiani del Parlamento e alla Commissione Europea, affinché non venga penalizzata la nostra industria a vantaggio di altri Paesi del Nord Europa o addirittura extraeuropei”.
La presidente Marini ha colto l’occasione per ribadire la necessità che anche il Governo italiano assuma la vicenda della industria siderurgica nazionale come prioritaria: “È arrivato il momento di porre in sede di Unione Europea il rilevante interesse nazionale della produzione dell’acciaio per il nostro Paese”.