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Associazione magistrati: “Mistificazioni, non siamo corporazione”

La giustizia dovrebbe essere pensata come una sala operatoria. Nessuno vorrebbe essere operato in un luogo poco efficiente, che manca di strutture, di locali, di personale. La giustizia è un lavoro di équipe al servizio del cittadino e i magistrati sono profondamente rispettosi della sofferenza del cittadino che mette piede nel palazzo di giustizia. Siamo consapevoli della delicatezza del servizio che dobbiamo offrire e chiediamo quello che crediamo spetti al cittadino italiano”. Con queste parole questo pomeriggio il giudice del Tribunale di Spoleto, Augusto Fornaci ha concluso l’incontro tra i giornalisti e i rappresentanti umbri dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm).

L’incontro è stato convocato per presentare il manifesto programmatico in vista dell’assemblea generale dell’Associazione Nazionale Magistrati che si terrà a Roma il prossimo 9 novembre. All’incontro hanno partecipato Alessandra Angeleri, presidente della giunta distrettuale dell’Anm, Massimo Casucci, segretario della giunta distrettuale dell’Anm e i consiglieri Paola De Lisio, Mario Formisano e Augusto Fornaci. I rappresentanti dell’Anm ritengono infatti necessaria una riflessione condivisa sull’attuale momento storico, in cui riforme parcellizzate e scarse risorse a disposizione del sistema giustizia rischiano di rendere di fatto impossibile un adeguato esercizio del controllo giurisdizionale “i problemi di ragionevole durata del processo – sostiene Massimo Casucci – non derivano dall’inefficienza ma dal peso dei numeri enormemente più alto che negli altri paesi. Non possiamo dire quale sia la ricetta giusta ma possiamo far notare questo: nella nostra ottica non c’è la volontà di eliminare l’azione penale ma di tenere presente quali sono i problemi e le esigenze”.

Concetto rafforzato anche da Alessandra Angeleri: “La riforma che doveva risolvere i problemi della giustizia civile si è invece sostanziata nel potenziamento dell’istituto di mediazione e arbitrato. Chi lavora nella giustizia civile si aspettava interventi più corposi, interventi sul processo. Abbiamo riti che sono da cestinare e lo sappiamo per esperienza consolidata. E invece da questo punto di vista non c’è stato nessun intervento. E’ difficile immaginare una riforma quando dei 126 cancellieri ne abbiamo solo 72, serve una revisione dell’organico della magistratura ed invece dopo l’accorpamento ci è stato detto ‘arrangiatevi’”.

Ma la questione più spinosa riguarda quello che viene definito un vero e proprio “pregiudizio” sulla categoria. “Paghiamo il prezzo della responsabilità di non aver correttamente comunicato, cosa che ha creato pregiudizio” dice la De Lisio e Formisano gli fa eco “Siamo stati trattati – e cita Dante – in un modo che ancor m’offende, è stato detto ‘sono una corporazione, guadagnano tanto, fanno tante ferie’. Una mistificazione. Abbiamo vinto concorsi con sacrificio per esercitare una funzione nobile, utilizziamo i giorni di ferie per scrivere le sentenze e organi istituzionali hanno affermato che 45 giorni all’anno i tribunali sono chiusi, ma questo non è vero i tribunali lavorano 365 giorni all’anno, è una mistificazione”. Nel corso dell’incontro, insomma, sono state affrontate problematiche di ordine generale e le ricadute in termini di efficienza negli uffici giudiziari umbri, tema all’ordine del giorno per tutte le categorie interessate: magistrati, personale amministrativo, avvocati.