L’associazione Luca coscioni ha inaugurato la prima “cellula” ternana. Da sempre fronte compatto per battaglie a favore dei diritti civili, l’associazione non si occupa solo di fine vite e legalizzazione droghe leggere, ma anche di abbattimento delle barriere architettoniche, fecondazione assistita e tutela della legge 194 (tema molto caldo nel Ternano).
All’inaugurazione, avvenuta in diretta su Zoom e sulla pagina Facebook di Altrovento, sono intervenuti alcuni dei membri principali tra i quali Marco Cappato tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Alessandro Gentiletti consigliere comunale di Senso Civico, Maria Sole Giardini, consigliere generale dell’Associazione, Sergio Pecorari e Eraldo Giulianelli attivisti e fondatori della cellula.
“Dopo il successo della raccolta firme per i referendum su eutanasia e cannabis – hanno commentato i fondatori – crediamo che anche Terni sia pronta, anzi, sia proprio alla ricerca, di una rete di persone che sappiano ascoltarli e guidarli sulla strada dei loro diritti“.
La città infatti aveva accolto con grande entusiasmo le iniziative dell’associazione, soprattutto in relazione al referendum sull’eutanasia conclusosi lo scorso settembre.
“Ricordiamo – hanno detto i promotori – che Luca Coscioni, economista affetto da sclerosi laterale amiotrofica che nel 2002 ha fondato l’associazione che porta il suo nome e scomparso nel 2006, è nato e cresciuto in Umbria, o meglio ad Orvieto, in provincia di Terni. Questa inaugurazione auspichiamo sia l’inizio di una nuova era per una Terni e un Umbria libera e civile combattendo con le armi del diritto per i valori che ci ha lasciato Luca”.
Breve ma significativo l’intervento del tesoriere dell’associazione Marco Cappato, che dopo ad aver espresso soddisfazione e gioia nel vedere nel vedere il coinvolgimento ternano ha dichiarato: “L’opinione pubblica è presente (riguardo eutanasia e legalizzazione di droghe leggere, ndr), quello che manca è il ceto politico”.
Non sono mancate poi parole di rammarico sulla possibilità che la Corte costituzionale, che si riunirà il 15 febbraio, bocci le campagne referendarie ignorando quindi la volontà di oltre un milione di italiani. Il danno non sarebbe per la campagna in sé, in quanto il movimento è stato tale da impedire oramai che passi inosservato, ma per la democrazia italiana, come sottolineato da Cappato.
Sul discorso referendum è tornato anche Matteo Mainardi, coordinatore della campagna eutanasia legale e membro di giunta dell’associazione Coscioni. Ha ricordato come la politica sia solita riaprire i dibattiti sulla legalizzazione dell’eutanasia solo quando l’argomento torna sotto i riflettori per poi dimenticarsene subito dopo. A peggiorare la situazione – ha detto Mainardi – anche l’intervento del Papa e dello Stato vaticano che, come previsto, si sono schierati in totale opposizione rispetto l’argomento, smuovendo numerose associazioni prolife e bloccando invece la discussione in parlamento.
Occorrerà aspettare almeno fino al 15 febbraio (se non addirittura i primi di marzo) per conoscere la decisione della Corte Costituzionale in merito al referendum.
“Nel caso in cui i referendum si dovessero tenere come sperato – ha spiegato durante la diretta – dovremmo tornare ad attivarci come fatto questa estate con tavoli informativi, per chi non è convinto, ha dubbi o vuole informarsi, ma soprattutto per convincerli a votare a prescindere dal sì o no, perché abbiamo bisogno del quorum per rendere il Referendum valido”.
“Nel caso in cui i referendum non passino – ha aggiunto – la strategia è quella di continuare con le disobbedienze civili, che non servono solo per farsi vedere e portare sotto i riflettori dei media certe tematiche, ma servono soprattutto per entrare nei tribunali e cercare di aggredire certe norme all’interno dei tribunali”.
Uno degli obiettivi principali dell’associazione è quello di far conoscere alcuni temi tramite storie di vita vera, racconti di persone reali che ogni giorno si vedono negati diritti che, per senso comune, dovrebbero essere considerati inalienabili. Ne sono esempio Laura Santi, fondatrice della cellula perugina, e Maria Sole Giardino, consigliere generale dell’associazione. Entrambe hanno raccontato come si siano avvicinate a questa realtà per problematiche personali e molto lontane tra loro per finire poi con aprire gli occhi su un mondo ancora troppo indifferente alle necessità altrui, ritrovandosi a combattere non più solo per loro stesse con la consapevolezza di non essere sole.
“Dal corpo del malato al cuore della politica” è lo slogan dell’Associazione e verrebbe da dire, viste le partecipazioni odierni, che la politica ternana lascia ben sperare.
Presente infatti Andrea Giuli, ex vicesindaco e assessore alla cultura, che si è dichiarato vicino alle tematiche affrontate. Thomas De Luca, consigliere regionale del Movimento cinque stelle, pur non potendo partecipare ha inviato un video messaggio in segno di solidarietà, ma anche di condanna nei confronti della politica umbra poiché ci sarebbero in questo momento “gravi segnali di una politica che vuole entrare con molta arroganza negli spazi delle libertà individuali”.
Immancabile infine l’intervento del consigliere Gentiletti, tra i fondatori della cellula ternana, che ha concluso così: “La passione per i diritti degli altri ci ha fatto ritrovare insieme, portando a termine un percorso iniziato oltre dieci anni fa con Beppino Englaro ed aprendo un nuovo grande campo civile. Abbiamo discusso dei problemi legati alla disabilità, all’accesso negato alle cure palliative, all’autodeterminazione e alla libertà delle donne, alla depenalizzazione della cannabis, all’importanza della ricerca scientifica e molto altro ancora. Un cammino comune che nasce prima e va oltre l’appartenenza di parte. Significativa la presenza di tante realtà associative presenti sul nostro territorio, che rappresentano un tessuto sociale attivo e prezioso per tutti”.
(di Alessia Marchetti, nella foto Luca Coscioni)