Assisi

Assisi, vietato accesso a parchi, percorso pedonale e cimiteri

Da oggi (19 marzo) e fino al 3 aprile è vietato l’accesso ai parchi, alle aree verdi pubbliche, al percorso pedonale accanto al torrente Tescio e ai cimiteri del territorio comunale di Assisi.

Lo ha stabilito il sindaco Stefania Proietti con due ordinanze emesse per la prevenzione e la gestione dell’emergenza da coronavirus (Covid-19).

Di fronte alle segnalazioni in merito alla presenza di gruppi di persone all’interno di percorsi pedonali e aree verdi comunali, in alcune delle quali sono presenti anche giochi per bambini, nonché l’impiantistica sportiva pubblica a libera fruizione, l’amministrazione ha deciso di adottare ulteriori misure per impedire gli spostamenti dei cittadini, salvo quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza

In sostanza è vietato, oltre l’accesso a tutte le aree verdi pubbliche e giardini pubblici e al percorso verde accanto al torrente Tescio, anche l’utilizzo delle strutture ludiche (giochi per bambini) nonché degli impianti sportivi che si trovano in quegli spazi.

I servizi operativi del Comune provvederanno a installare adeguata cartellonistica recante il divieto.

L’accesso ai cimiteri comunali è consentito, nel rispetto delle prescrizioni relative alle distanze minime di sicurezza, esclusivamente ai parenti più stretti, al personale delle pompe funebri addetti al trasporto della salma e al personale della ditta incaricata in occasione delle operazioni di tumulazione e inumazione di salme o ceneri.

Vista la disposizione per la chiusura di tutti i cimiteri comunali si comunica che i servizi verranno comunque mantenuti, anche se in formula ridotta, e che resta sempre attivo un servizio di reperibilità facendo capo al geometra Giovanni Botticchia al n. 335-7207739.

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto degli obblighi contemplati nelle ordinanze è punito, ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro.

“Questi provvedimenti ulteriormente restrittivi – ha spiegato il sindaco Stefania Proietti – si rendono necessari per limitare al massimo la possibilità del contagio da coronavirus,  sono restrizioni alle nostre libertà in un momento così difficile e delicato emesse esclusivamente per salvaguardare la salute di tutti”.