Venticinque metri di scritte offensive della religione cattolica, simboli satanici e segni distintivi anarchici sono comparse ieri sulle mura di antichi e prestigiosi palazzi del centro storico di Assisi nelle immediate vicinanze del Complesso Monumentale di San Francesco. Chiamati dai residenti allarmati, gli agenti del Commissariato di Assisi, diretto dal Commissario Capo della Polizia di Stato Francesca D. Di Luca, hanno da subito proceduto a compiere tutti i necessari rilievi e ad avviare un’attività di analisi dei contenuti delle scritte blasfeme e dei simboli impressi al fine di individuare i responsabili dell’atto vandalico.
Dalle indagini è emerso che nella notte trascorsa, all’interno dei locali del circolo Capitini a Palazzo Vallemani, si era tenuta una festa di compleanno alla quale avevano partecipato numerosi giovani della zona. Tra le scritte, gli uomini del Commissariato sono riusciti a decriptare quella che di fatto è stata la firma dei vandali e grazie alla quale è stato possibile risalire alla loro successiva identificazione. Il cerchio delle persone sospettabili si è da subito così ristretto.
Sono stati a quel punto convocati presso gli Uffici del Commissariato alcuni degli invitati alla festa del compleanno tutti poco più che maggiorenni e tutti della zona. Tra questi, due ragazzi diciannovenni, entrambi residenti a Bastia Umbra che, messi di fronte alle loro contraddizioni, hanno deciso di confessare le proprie responsabilità dichiarando di aver voluto, al termine della festa di compleanno, manifestare il proprio dissenso all’ordine costituito politico e religioso in quanto “anarchici” e “atei”.
In realtà i due non risultano iscritti a nessun circolo anarchico; il grande sole disegnato con una A capovolta e il numero 96 impresso al suo interno voleva simboleggiare il gruppo musicale rap “anarchia 96” che sarebbe stata loro intenzione formare.
Una bravata dunque, come era emerso sin dalle prime fasi dell’attività informativa ma che costerà ai due giovanissimi una denuncia per deturpamento e imbrattamento di cose altrui aggravato dal fatto di essere stato commesso su beni immobili tra l’altro di interesse storico e artistico come Palazzo Vallemani, palazzo seicentesco, attuale sede della Pinacoteca Comunale di Assisi, per la quale è prevista la pena della reclusione da tre mesi a un anno e una multa da 1.000 a 3.000 euro.