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Assisi, il Rotary “onora” il gerarca Tullio Cianetti | Antifascisti furiosi “E’ apologia” | Aggiornamento

Nella città di San Francesco deflagra una polemica che riapre una ferita che proprio nella città del poverello mai nessuno avrebbe potuto pensare di vedere sanguinare nuovamente. Ancora una volta fascismo e antifascismo si scontrano in un duello che, con buona pace di quanti pensavano che l’Italia fosse un paese ormai pacificato, scopre sensibilità e “conti” mai regolati fino in fondo, aldilà delle età dei contendenti e delle idee politiche.

A tutto questo si aggiunge  la mancanza di ponderazione nel linguaggio e nella comunicazione. Un male talmente diffuso per cui ci ritroviamo a usare le parole, spesso impropriamente, ed in modo tale da ingenerare confusione. Una terra di nessuno del pensiero dove spesso scorrazzano uomini in malafede che non aiutano a superare gli ostacoli e a costruire un futuro in cui gli errori del passato non si possano ripetere.

I fatti

Il Rotary Club di Assisi, guidato dal Dott. Pier Giorgio Narducci, ha tenuto il 25 marzo scorso un incontro-convegno sulla figura storica di Tullio Cianetti, classe 1899, assisano, sindacalista e figura di spicco del Partito Nazionale Fascista, tanto da arrivare a ricoprire la carica di Sottosegretario del Ministero delle Corporazioni dal luglio del ’39 all’aprile del ’43, anno in cui ne divenne addirittura Ministro fino al luglio dello stesso anno.
Un personaggio storico che nel corso della sua militanza nel fascismo (Cianetti fondò nel 1921 il Fascio di Assisi partecipando poi nel ’22 alla Marcia su Roma) si è sempre occupato di lavoro e problematiche sindacali girando tutta l’italia. La sua affermazione definitiva nelle alte sfere del Pnf avvenne nel ’34 quando come presidente della CNFSI (Consiglio Nazionale Sindacati Fascisti Italiani) entrò a far parte del Gran Consiglio del Fascismo.

Il processo di Verona, nel 1944

Indiscutibilmente una figura apicale, si direbbe in termini organizzativi, in quello che è stato il periodo più controverso e ancora oggi discusso della recente storia italiana. Un ruolo storico certificato anche dall’episodio meno “coerente” della carriera di Cianetti, ma non di meno famoso, ovvero la firma dell’ Ordine del Giorno Grandi che costrinse alle dimissioni il Duce Benito Mussolini.

Cianetti, probabilmente sollecitato da emissari di Galeazzo Ciano si convinse al passo rischioso della firma, nonostante forti titubanze e forse anche sottovalutando le conseguenze del gesto. Tant’è che il giorno dopo ( il 26 luglio ’43) lo stesso scrisse una lettera di pentimento diretta al Duce. Una lettera, prima scomparsa e poi confermata da Mussolini in persona, che gli permise una volta catturato e finito nel famoso processo di Verona, di ottenere le attenuanti generiche e di essere condannato “solo” a 30 anni di prigione, mentre gli altri gerarchi del complotto, Marinelli, De Bono, Ciano, Gottardo e Pareschi, furono fucilati.

Il carcere, paradossalmente, fu per l’assisano Cianetti una salvezza e gli permise di non partecipare alla RSI e di essere poi liberato dagli americani nel ’45. Subito dopo, come altri personaggi coinvolti in quel nefasto periodo, scampò all’estero, in Mozambico, per paura di ritorsioni, dove visse fino alla morte avvenuta nel 1976.
Nel merito della figura storica di Cianetti, indagini storiografiche recenti lo collocano in quell’area dei fascisti di matrice “sociale” che odiavano il comunismo ma al tempo stesso anche il capitalismo industriale. Tuttavia non è smentito il suo avvallo alle esecrabili leggi razziali e l’essere chiaramente filotedesco o meglio sarebbe dire, filonazista.


La polemica

A rendere “solida” la struttura dell’indagine storica dell’incontro di Palazzo Bonacquisti, la presenza del Presidente dell’ISUC (Istituto Storico dell’Umbria Contemporanea) Mario Tosti e la testimonianza di due Past Presidents del Rotary Club (Prof. Nicolangelo D’Acunto e Avv. Antonio Bellini) intervenuti con il Prof. Loreto di Nucci dell’Università di Perugia e lo storico locale il Prof. Francesco Santucci che ha presentato al convegno documenti inediti sul rapporto tra Tullio Cianetti e la Chiesa. Fin qui nulla di strano rispetto ad un incontro di natura storico-scientifica su personaggi o fatti locali, seppure se ne può discutere l’opportunità.

La locandina dell’evento

Se non fosse stato però per quel verbo “onorare” che ha fatto sobbalzare più di un osservatore. Un verbo che deve essere stato messo in un comunicato stampa, senza troppo discernimento, tant’è che lo si può leggere in alcuni articoli di lancio dell’appuntamento pubblicati su alcune testate, il cui link è facilmente rintracciabile nella pagina Facebook del Rotary di Assisi (CLICCA QUI).

Con l’intento di onorare Tullio Cianetti…”, “nei suoi confronti il dovere della rimembranza…”, “unico ministro nato ad Assisi“. Questo i passaggi su cui si deve essere appuntata l’attenzione dell’associazione @Sinistra di Assisi. Sdegno e una accusa precisa, quella di apologia del fascismo, che il movimento politico assisano segnala in una nota alla stampa del pomeriggio di ieri, 26 marzo.

“Le parole hanno un significato ben preciso e, quando si usano, è opportuno soppesarle attentamente. Non si possono utilizzare senza pensare, soprattutto quando diventano pubbliche. Non ci sembra che questo sia stato fatto dal Rotary che ha scritto il verbo onorare riferendolo a Tullio Cianetti, fascista assisano al quale ha dedicato un convegno il pomeriggio del 25 marzo.
Dedicare un convegno a un ministro del regime fascista, scrivendo di volerlo onorare, è un fatto alquanto grave! Nell’ordinamento giuridico italiano esiste una specifica legge, la 645 del 20 giugno 1952, meglio conosciuta come Legge Scelba, che vieta l’apologia del fascismo e sanziona, oltre a chiunque promuova, organizzi o diriga associazioni, movimenti o gruppi di impronta fascista, anche «chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo».
Onorare è sinonimo di esaltare. Onorare significa “riconoscere e attribuire l’onore dovuto a una persona”. L’onore si riconosce a qualcuno che abbia fatto qualcosa di benemerito nei confronti della società, della propria città, della nazione e così via.


La ponderazione

Come abbiamo detto all’inizio di questa cronaca la ponderazione è una virtù in forte affanno nella società odierna, quasi quanto la temperanza. Per cui in questo nostro tempo spesso si compiono atti, nella assoluta indifferenza delle conseguenze possibili sulle sensibilità altrui.

Il che non vuol dire che non si può parlare di Tullio Cianetti, “unico Ministro assisano” in un governo nazionale guidato però da un signore di nome Benito Mussolini. Anzi lo si deve fare a nostro parere per un dovere di conoscenza scrupolosa dei fatti storici e non certo di rimembranza celebrativa. In questo quadro però è indubbiamente inadatto, diciamolo francamente, il verbo onorare che tanto fa ricordare l’onore cameratesco del ventennio sul cui reale eroismo ci sarebbe da discutere ancora. Ma forse tutta questa incresciosa vicenda va inquadrata in una mancanza di adeguata conoscenza della lingua italiana o in una svista di chi magari aveva il compito di verificare la comunicazione dell’incontro.

Ci sfugge se nel convegno si sia affrontato il tema etico rispetto alle scelte di Cianetti e alle conseguenze che la sua militanza potrebbe aver prodotto direttamente o indirettamente con chi ne ha avuto a che fare. Ci ha però colpito molto il fatto che Cianetti abbia dovuto finire i propri anni in Mozambico, al riparo da possibili ritorsioni. Una fuga che ricorda molto quella di altri personaggi coinvolti con il nazismo, nei paesi dell’America Latina.

Quanto ci sia di onorevole o celebrativo in questa vicenda non sappiamo dirlo. Ci basta averne potuto parlare in libertà, come in altre epoche non fu possibile.


La nota di chiarimento del Rotary Club Assisi

Aggiornamento del 28 marzo alle 08,43- Il Rotary Club Assisi, con riferimento al convegno su “Tullio Cianetti nella vicenda storica del fascismo”, riconosce che l’espressione “onorare la memoria” di Cianetti, utilizzata impropriamente dall’ufficio stampa del Club nella pubblicizzazione dell’evento, non riflette l’intenzione con la quale esso è stato progettato. Il numeroso pubblico presente ha potuto constatare che il convegno si è svolto in una prospettiva rigorosamente storica e per ciò stesso aliena da qualsiasi intenzione apologetica di Cianetti e del fascismo, perfettamente in linea con le finalità apolitiche e aconfessionali che caratterizzano il Rotary international fin dalla sua fondazione.

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