Assisi, provoca l'incendio che uccide madre e fratello ora è accusato di omicidio colposo - Tuttoggi.info

Assisi, provoca l’incendio che uccide madre e fratello ora è accusato di omicidio colposo

Sara Minciaroni

Assisi, provoca l’incendio che uccide madre e fratello ora è accusato di omicidio colposo

La tragedia avvenne il 28 dicembre del 2014. Morirono Paola Gagliardelli, e il fratello disabile Simone Angeletti
Gio, 01/06/2017 - 09:51

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Rinviato a giudizio per incendio e omicidio colposo e incendio. E’ quanto accaduto ad un 39enne di Assisi che, aveva involontariamente causato l’incendio della casa in cui viveva con la madre e il fratello che, purtroppo, morirono nel rogo.

La tragedia avvenne il 28 dicembre del 2014 ad Assisi. Fu lui stesso a raccontare ai carabinieri che intervennero come erano andate le cose. Si era addormentato nella sua stanza al piano terra della casa, a due passi dalla Basilica di San Francesco, e il mozzicone di sigaretta che stava fumando aveva innescato le fiamme bruciando il suo letto e poi la sua stanza. La madre, Paola Gagliardelli, e il fratello disabile Simone Angeletti, stavano dormendo nelle loro stanze al primo piano dell’abitazione quando suonò l’allarme antincendio che avevano in casa. La donna si svegliò e immediatamente scese al piano di sotto perché il fumo veniva da lì. Purtroppo aprì la finestra provocando un’accelerazione nella combustione già in corso.

Le fiamme stavano avvolgendo tutto, ma lei decise di tornare di sopra per cercare di salvare Simone. Purtroppo non ci riuscì ed entrambi vennero estratti estratti senza vita dai soccorritori. Avevano respirato troppo fumo e per loro non ci fu nulla da fare.

Il pubblico ministero Manuela Comodi accusa l’imputato di aver “con colpa, imprudenza e negligenza consistita nell’addormentarsi dopo aver assunto ipnoinduttori, aver bevuto diversi bicchieri di rum ed esserci acceso una sigaretta che andava a finire sul materasso su cui si era adagiato, cagionava un incendio che interessava il pian terreno dell’abitazione in cui viveva”.

Il 39enne è assistito dagli avvocati Marco e Guido Rondoni che ieri hanno chiesto il non luogo a procedere evidenziando che secondo le difese l’accusa non è sorretta da alcun elemento oggettivo se non le dichiarazioni che l’imputato fece a ridosso dei fatti. Il gup ha ad ogni modo deciso per il rinvio a giudizio.

(Immagini del tempo)

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