Assisi

Assisi, l’opposizione batte un colpo: mozione di dimissioni unitaria contro il sindaco Proietti

Da quando si è candidata alla Regione in realtà, le dicono scherzando se la incontrano per strada, “sta ad Assisi più di prima e su Facebook parla solo di Assisi”. Al momento, a parte la conferenza stampa di presentazione, Stefania Proietti non sta facendo, almeno “pubblicamente”, campagna per le regionali, ma intanto ha “resuscitato” anche un pezzo di opposizione assisana, che a quasi tre anni dalla sconfitta batte un colpo dando vita a una mozione unitaria di sfiducia. A rigore di Tuel, ora entro dieci giorni e massimo un mese dovrà essere convocato un consiglio comunale per discuterla.

Dopo mesi di silenzio, a parte i “soliti” consiglieri Francesco Mignani e Jacopo Pastorelli, si fanno sentire anche Marco Cosimetti, Lucio Cannelli, Emidio Fioroni e Stefano Apostolico che – qualche volta attivi in consiglio comunale e quasi mai sui giornali dove gli interventi a loro firma si contano sulle dita di una mano – hanno presentato all’unanimità una mozione urgente per la sfiducia alla sindaca “in quanto la sua candidatura alla Regione è di fatto incompatibile ed inadeguata per poter gestire un comune importante come Assisi”.

Secondo le opposizioni, Proietti “ha già fissato un calendario con il giro di tutti i comuni dell’Umbria e di tutti i conventi francescani, mantenendo anche il ruolo in Provincia. Va bene che in 8 anni non ha fatto nulla di rilevante per Assisi, ma con questi impegni nemmeno le questioni ordinarie potrà più affrontare. La sindaca non ha concesso ai suoi assessori le principali deleghe (urbanistica, lavori pubblici, personale, bilancio) rimaste tutte ad interim e insabbiate e senza produrre nulla di rilevante per due legislature con un immobilismo senza precedenti”.

Anche per questo –e vista la possibile candidatura di Stoppini alle regionali – per i sei consiglieri di minoranza “gli assessori con deleghe secondarie di sfiducia non possono certo portare avanti la cosa pubblica. Il sindaco faccia chiarezza e dica a chi vuole affidare le deleghe, con un gesto nobile e chiaro che non può che essere quello delle dimissioni a favore di un sindaco facente funzioni come avvenne con Claudio Ricci che assegnò il ruolo al vicesindaco”. In realtà – anche per evitare il commissariamento – l’allora sindaco continuò a rimanere tale e si dimise solo dopo la conquista dello scranno da consigliere in Regione, aspettando fino all’ultimo giorno utile (come tra l’altro prevede proprio il Tuel), ma per le opposizioni “I cittadini vogliono sapere: siamo tutti stanchi dei giochetti e delle mezze verità in cui la sindaca è maestra”.