La dipendente del Comune di Assisi licenziata perché scoperta ad andare in palestra in orario d’ufficio non sarà reintegrata. La 34enne aveva presentato opposizione al provvedimento del Comune chiedendo il reintegro al posto di lavoro, ma il giudice del tribunale del lavoro ha respinto la richiesta di ‘ribaltare’ l’ordinanza con cui il Comune aveva fatto opposizione.
I fatti risalgono alla fine del 2017, quando dopo un’indagine dei Carabinieri agli ordini del maggiore Marco Vetrulli era stato scoperto che in almeno quattro occasioni l’ex dipendente, auto certificando di essere ancora in ufficio (visto che all’ufficio turismo, dove lavorava, non esiste un marcatempo), se ne andava in palestra. Secondo il Corriere dell’Umbria, il giudice Giampaolo Cervelli ha respinto la tesi dei legali della giovane (Siro Centofanti ed Elena Ferrara) di una “leggerezza” da parte della dipendente, che secondo Cervelli non solo è smentita dalla dinamica degli eventi, ma anche perché “la ricorrente non poteva non essere consapevole di essere uscita in anticipo almeno in alcuni dei giorni in cui aveva prestato servizio nel pomeriggio”.
Inoltre i quattro giorni di uscita anticipata documentati dai carabinieri sono non solo avvenuti nell’arco di due settimane, ma riguardano sempre casi in cui era previsto il rientro pomeridiano. Segno, per il togato, “di una condotta tenuta per prassi e non per una mera svista”.