Assisi

Assisi, Fabrizio Leggio lascia il posto da consigliere: “Alcuni nel M5S hanno mandato in fumo un grande sogno collettivo”

Insoddisfatto del decreto Cura Italia e delle recenti posizioni filo euro del Movimento 5 Stelle, Fabrizio Leggio “considera al capolinea” la sua esperienza nelle fila dei pentastellati e contestualmente annuncia le sue dimissioni da consigliere comunale di Assisi.

Lo sfogo arriva con lungo status facebook, anche se al momento non è chiaro quando le dimissioni verranno formalizzate. Si sa già però che, in caso di formalizzazione, al posto di Fabrizio Leggio entrerà il primo dei non eletti, Alex Trabalza. “Sono ormai molti mesi – scrive il portavoce pentastellato – che il M5S mi va stretto, ho iniziato a disaffezionarmi da quando sono state ridimensionate le posizioni anti euro, posizioni alle quali io resto fermamente ancorato. Mi infastidiva la gestione verticistica e l’epurazione di chi la pensava diversamente. Avevo però deciso di portare a termine il mio mandato di consigliere comunale col MoVimento, visto che con questo simbolo ero stato eletto e non mi è mai piaciuto chi lascia la nave mentre sta affondando (perché sta affondando, questo è poco ma sicuro). Ma ora proprio non ne posso più. Non ne posso più – lo sfogo – di essere accomunato a posizioni che non condivido. Considero pertanto la mia esperienza nel M5S giunta al capolinea. La delusione che provo è tanta, così come la rabbia nei confronti di chi ha mandato in fumo questo grande sogno collettivo. Visto che io ci credevo in questo sogno e credevo pure nelle sue regole, ripetutamente stuprate negli anni recenti, seguiranno a questo mio sfogo le dimissioni da consigliere comunale del Comune di Assisi”.

Nel lungo post, Leggio critica l’abbandono ai valori storici del M5S e l’assenza, nell’ultimo decreto, di politiche attente al mondo degli autonomi, alle partite iva, ai tanti artigiani, commercianti, piccoli e piccolissimi imprenditori. “Sono considerati meno degli altri e per questo aiutati meno degli altri. Mentre per i dipendenti c’è la cassa integrazione all’85% dello stipendio, ci sono bonus babysitter per i figli o permessi per stare a casa retribuiti, per gli autonomi c’è un bonus una tantum di 600 euro ( al di sotto della soglia di povertà, meno del reddito di cittadinanza) e nessun tipo di assistenza per i figli e la famiglia. Come a dire – sintetizza Leggio – voi autonomi se avete figli, caricateveli sul furgone e portateveli al lavoro. Gli autonomi sono visti come un gregge da mungere e tosare. E il M5S ahimè, si è completamente appiattito, ha perso o quasi tutte le figure a mio modo di vedere più interessanti, ed è guidato da persone che pur di mantenersi nelle istituzioni il più a lungo possibile per lucrare questi ultimi stipendi che mai avrebbero sognato e che mai più torneranno ad avere, è disposto a rimangiarsi tutto quello che aveva sostenuto negli anni”.