Cronaca

Assisi, estorsione ad imprenditori agricoli: scattano sei misure cautelari

Sei rom, tra cui una donna, sono stati indagati dai carabinieri nell’ambito dell’operazione Burning earth su presunti episodi di  estorsione in danno di imprenditori agricoli delle campagne di  Assisi. Cinque sono stati arrestati, tre in carcere e due ai  domiciliari, mentre a una ottantacinquenne, ritenuta la  capostipite della famiglia, è stato imposto il divieto di avvicinamento a chi ha denunciato i fatti. I dettagli sull’operazione sono stati illustrati dal comandante provinciale Cosimo Fiore sabato mattina presso il comando provinciale dell’Arma di Perugia.

Nei giorni scorsi i militari della compagnia di Assisi, hanno dato esecuzione al provvedimento di custodia cautelare emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Perugia, su richiesta della locale Procura, nei confronti di sei soggetti: tre misure in carcere, 2 agli arresti domiciliari ed una misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese, dicevamo, nei confronti dei residenti nel comune di Assisi, indagati a vario titolo di estorsione e tentata estorsione in concorso commessa in distinti e numerosi episodi nei confronti di imprenditori agricoli del territorio.

Le indagini. L’attività di indagine, avviata dai nucleo operativo della compagnia di Assisi nel maggio del 2014 a seguito degli incendi appiccati ad alcune aziende agricole locali, ha consentito di accertare la sussistenza di richieste estorsive formulate da parte di due distinte famiglie di zingari stanziali nel territorio nei confronti di piccoli e medi imprenditori agricoli del comprensorio assisano da circa 15 anni a questa parte. In cambio di protezione da “qualunque tipo di inconveniente”, infatti, le vittime erano costrette a consegnare loro fieno, paglia, gasolio, denaro e perché no, anche animali da cortile. I primi contatti con le persone offese le avevano i vertici dell’organizzazione, i quali contattavano in prima persona gli imprenditori per poi delegare le giovani leve di famiglia alla riscossione di quanto concordato: ciò si verificava puntualmente, senza ritardi o dilazioni di sorta. Il “balzello” imposto veniva incassato almeno una volta a settimana. Ogni qualvolta gli imprenditori non eseguivano le richieste, scattavano, per ritorsione, incendi e danneggiamenti dei capannoni.

Le testimonianze. Inoltre, l’attività investigativa è stata svolta secondo metodi tradizionali, basandosi sulle testimonianze dei soggetti danneggiati che, dopo i timori iniziali, hanno fornito preziose indicazioni ai carabinieri per andare avanti con le indagini, nonché attraverso l’acquisizione di immagini estrapolate da impianti di videosorveglianza installati ad hoc nei pressi di una delle aziende maggiormente colpite dai raid estorsivi che hanno immortalato, in più circostanze, la dazione di gasolio in favore di alcuni esponenti delle famiglie rom della zona.

Seguiranno aggiornamenti.