La città serafica rimane fuori dalle città d’arte cui verrà assegnato il nuovo contributo a fondo perduto per sostenere le attività commerciali dei centri storici vista la “massiccia perdita di presenze turistiche straniere” causa Covid 19. Ed è subito polemica, ma arriva anche un appello, a tutelare Assisi, lasciata “ingiustamente fuori“, perché il criterio individuato nel dl Agosto per scegliere le città bisognose è quello del rapporto tra numero di presenze di turisti stranieri e residenti che, per le città che non sono metropolitane, deve essere del triplo. Proprio questo criterio ha determinato l’esclusione di un Comune come quello di Assisi che, a fronte di 28mila residenti, conta 1 milione e 200mila presenze turistiche delle quali 600mila sono straniere. Con un rapporto di ben 20 volte rispetto ai residenti.
E il sindaco scrive ai parlamentari, “Contro quest’esclusione ingiusta” poiché – si legge nell’accorata missiva “Assisi vanta un numero di presenze turistiche superiori a quelle di oltre 1/3 delle città finanziate. Mi sono mossa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e presso il Ministero dei Beni Culturali, esprimendo la mia totale contrarietà. Ma oggi Assisi ha bisogno del tuo aiuto, ha bisogno dei rappresentanti umbri in Parlamento affinché il suo nome, prestigio per l’Italia nel mondo nonché città del Patrono d’Italia, venga, in fase di conversione del decreto, inserito nella lista e goda dei benefici previsti. È una battaglia politica trasversale, che deve accomunare tutti, al di là dei partiti e delle appartenenze, perché si tratta di garantire il futuro della nostra comunità e della nostra regione! Ti chiedo pertanto di attivarti immediatamente nelle sedi opportune per il bene di Assisi, per il bene dell’Umbria!“.
Il sindaco ricorda che “La norma contenuta nel decreto vale 500 milioni e assegna un contributo alle attività ‘di vendita di beni o servizi al pubblico’ che a giugno abbiano registrato perdite del 50% rispetto al 2019, ed è destinato alle città ad alto flusso turistico. Presenti mete top del turismo come Venezia, Firenze e Roma, ma anche piccole città come Pisa o Rimini, Agrigento o Padova, ma anche Como e Bergamo, Urbino e Ragusa, Verbania e Lucca, insieme a Milano tra le zone più colpite dalla pandemia“. E come queste città, “è una città in sofferenza, è una città che più di altre ha risentito e sta risentendo degli effetti del Covid. Qui ci sono ancora molti alberghi che non hanno riaperto, qui ci sono ancora molte attività che non hanno rialzato le saracinesche, perché nonostante qualche lieve segnale di ripresa, il quadro socio-economico è veramente drammatico. Assisi fino all’anno scorso accoglieva milioni e milioni di turisti, toccando da sola il 25 per cento delle presenze nella regione. Con il Covid la città, come tutte del resto, si è spenta, chiudendosi durante il lockdown in un silenzio irreale e in un immobilismo profondo. Assisi senza turisti è una città senz’anima eppure la sua straordinaria forza sta proprio nell’attuare, ogni giorno, i valori francescani dell’accoglienza e della spiritualità“.
La giunta, d’altronde, sta facendo la sua parte: “Le ripercussioni di quel periodo le stiamo vivendo drammaticamente tutti i giorni. Come amministrazione – dice Proietti – abbiamo adottato tutti i provvedimenti possibili di nostra competenza, dallo slittamento dei tributi alle riduzioni delle tariffe dei parcheggi, e stiamo vedendo con enorme difficoltà – per un bilancio comunale che si basava sulle entrate extratributarie dal settore del turismo – come poter ridurre le tasse a cittadini e imprese che vivevano di turismo senza mai dimenticare i più deboli e i più poveri con la consegna di buoni spesa e la distribuzione di aiuti economici e pacchi alimentari“.