Assisi

Assisi, approvato il documento unico di programmazione

Il consiglio comunale di Assisi ha approvato il documento unico di programmazione che rappresenta la guida strategica e operativa dell’ente contenente gli obiettivi su cui si baserà l’attività dell’amministrazione comunale per i prossimi 5 anni. Dieci linee programmatiche che si collegano alle rispettive missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e che riguardando tra l’altro ambiente e sostenibilità, le frazioni, le infrastrutture, la sicurezza, la creazione di posti di lavoro anche grazie all’innovazione, lo sport e il sociale.

Documento unico di programmazione: punti e obiettivi

Tra gli obiettivi del documento unico di programmazione, il bilancio partecipato, le consulte, i forum civici e le assemblee pubbliche, l’ufficio progettazione europea, una fiscalità diversificata e più equa, il programma per il Giubileo e per il Centenario, la copertura territoriale con internet a banda larga ed extra larga, la sicurezza ambientale e stradale, la promozione di progetti di educazione civica, la progettazione e la realizzazione di nuovi plessi scolastici, la valorizzazione della presenza dell’Università di Perugia, le iniziative a favore del turismo.

Le reazioni

La nostra visione sarà fortemente ambiziosa perché traguarda il 2026, passaggio culturale e storico unico per Assisi, mentre la nostra amministrazione continuerà ad essere attenta ogni giorno, 24 ore su 24, ai bisogni concreti di ciascun cittadino, vicina soprattutto ai più fragili, con l’intento di costruire una Assisi Rinnovata attraverso un patto collettivo per la rinascita”, le parole del sindaco, Stefania Proietti.

E se la maggioranza plaude e i vari ‘capitoli’ del Dup, la minoranza sembra meno entusiasta: Marco Cosimetti e Stefano Apostolico lamentano ritardi nella presentazione e si riservano di valutare progetto per progetto, una bocciatura totale arriva dalla Lega: “Una lettura ambiziosa che è lungi dal poter essere realizzata senza le adeguate coperture finanziarie che, se anche provenienti dal PNRR, potrebbero non bastare“, sottolineano Mignani e Pastorelli.