Un’intera mattinata per rivivere quanto accaduto il 17 dicembre 2011, durante l’assemblea della Spoleto Credito e Servizi ribattezzata della “vergogna”. Quando cioè l’allora vicepresidente vicario dimissionario della Scs Danilo Solfaroli venne ‘spodestato’ dai lavori assembleari, che vennero chiusi e poi irritualmente riaperti, portando in sella alla holding all’epoca controllante della Banca popolare di Spoleto l’ex presidente di quest’ultima Giovanni Antonini.
In tribunale questa mattina sono stati proiettate le registrazioni di quella lunga ed animata mattinata. I video “ufficiali” e quelli che Tuttoggi.info aveva pubblicato in esclusiva nel 2012 (qui e qui gli articoli) compaiono infatti tra le prove del processo in corso davanti al collegio penale (Padula presidente, Anibaldi e Sdogati a latere).
Sono sette le persone finite sotto processo per quanto avvenuto quella mattina, che devono rispondere a vario titolo di ingiurie, minacce e falso per quanto accaduto quel giorno: l’ex presidente della Scs Antonini e sua moglie, Luigi Piccolo, Roberto Mallardo, Dante Cerbella, Roberto Rossi e il notaio Marco Pirone.
Le registrazioni video hanno quindi ripercorso sia la parte di assemblea presieduta da Solfaroli, poi allontanato dall’hotel Albornoz in cui si teneva l’adunanza, sia la seconda parte, quella verbalizzata dal notaio, in cui a presiedere i lavori era stato l’avvocato Claudio Caparvi (scomparso 4 anni fa) e che con un plebiscito aveva sancito la vittoria della lista capeggiata da Antonini. Immagini utili per inquadrare la vicenda, che ora dovranno essere trascritte da una professionista appositamente incaricata dal tribunale. Anche se nei video non compaiono i momenti clou del presunto accerchiamento a Solfaroli.
Particolare attenzione, durante l’udienza, è stata posta dalla difesa sul ruolo del notaio Pirone e sulle sue parole in merito all’impossibilità di verbalizzare quanto accadeva, su cui le trascrizioni potrebbero fare piena luce. Si tornerà in aula il 22 novembre per ascoltare i primi testimoni dell’accusa (rappresentata in aula dal pm Patrizia Mattei).
Il processo di primo grado, durato 10 anni, ha visto alcune posizioni cadere in prescrizione e altre essere stralciate. La conclusione sugli altri capi di imputazione è stata di assoluzione per tutti gli imputati coinvolti.