Cambiamento e futuro. Sono queste le parole chiave della quarta edizione del rapporto annuale di Legacoop Umbria. Il mondo della cooperazione umbra, infatti, si è riunito mercoledì 20 novembre, al Teatro Pavone di Perugia, per tirare le somme, presentando il report 2013, e confrontarsi anche con le istituzioni, lanciando proposte per la ripresa economica della regione. Le aziende cooperative, analizzando il triennio 2010-2012, nonostante le performance economiche e occupazionali migliori rispetto al quadro complessivo, cominciano ad accusare i colpi della recessione.
E proprio per affrontare questa fase congiunturale in alcuni casi le associate hanno utilizzato le riserve patrimoniali accantonate negli anni precedenti, riducendo così in modo significativo la marginalità delle attività svolte. Ad illustrare il quadro delle associate umbre che sono 152 è stato Dino Ricci, presidente di Legacoop Umbria, durante la tavola rotonda “Umbria 2020 – Cooperare per il futuro”, moderata dal giornalista del Tg3, Giuliano Giubilei. Presenti anche il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il presidente di Sviluppumbria, Mauro Agostini, il presidente nazionale di Legacoop, Giuliano Poletti, e il docente in economia dello sviluppo dell’Università Roma Tre, Salvatore Monni.
“Crediamo che per uscire dalla crisi sia necessario un profondo cambiamento delle imprese e delle pubblica amministrazione – ha detto Ricci -, delle politiche economiche e di quelle del welfare. Crediamo che il cambiamento rappresenti la sfida che l’Umbria deve vincere e questa sfida è un importante banco di prova anche per le imprese cooperative”. Aziende che mostrano i primi segnali di criticità, soprattutto per quanto riguarda la redditività, ma che hanno cercato di salvaguardare l’occupazione. Gli occupati a fine 2012 erano 14.501, il numero dei soci 563mila, il valore di produzione 3,840 miliardi di euro, mentre, il patrimonio netto totale delle associate umbre ammontava a 903 milioni di euro. “Oggi a fronte della contemporanea contrazione della domanda pubblica e di quella privata, delle famiglie e delle imprese – ha spiegato Ricci -, anche le cooperative stanno vivendo un momento complesso che, se non ci saranno cambi di rotta, produrrà anche una contrazione dei livelli occupazionali”.
Per il presidente Ricci “la sfida delle cooperative sta nello sperimentare nuove organizzazioni imprenditoriali, cercando di riuscire a dare risposte ai nuovi bisogni economici, sociali, culturali e ambientali della comunità, non dimenticando i valori che sono alla base del mondo della cooperazione: solidarietà, mutualità e responsabilità verso la società, per farne un punto di forza, una risorsa capace di dare un contributo alla ripresa del sistema Paese”.
La richiesta di Poletti è più vicinanza e sostegno delle istituzioni alle cooperative “soprattutto a quelle che cercano, anche con grossi sacrifici, di fare impresa e reagire. Ma chiediamo anche lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione”. Dal canto suo la presidente Marini ha ricordato come il momento attuale sia molto difficile per tutti “famiglie, imprenditori e mondo cooperativo. Ma non dimentichiamo l’apporto importante che le aziende cooperative danno all’economia e al welfare con i loro servizi essenziali”.