Si sarebbe fatta consegnare quasi duemila euro. Prima per comprare la pillola del giorno dopo, e poi per abortire. Sotto minaccia, aveva chiesto e iniziato a ottenere dei soldi da un 86enne che adesso si è costituito parte civile contro quella 29enne che gli aveva fatto credere di essere rimasta incinta di lui. La donna, difesa dall’avvocato Giacomo Manduca, dovrà rispondere di estorsione proprio per aver tratto in inganno l’anziano e per averlo minacciato di un “male ingiusto” se non avesse acconsentito alle sue richieste.
Il tutto iniziò nel 2014, dopo che nel precedente anno e mezzo i due avevano avuto un’assidua frequentazione. All’inizio la 29enne chiese i soldi per poter acquistare la pillola del giorno dopo. Poi, a più riprese, chiese invece altri soldi “per abortire”. L’anziano, in un primo momento le aveva dato quel che le chiedeva anche perché la donna “lo minacciava – si legge nel capo d’imputazione – che qualora lui non avesse aderito alle sue richieste avrebbe portato avanti la gravidanza, avanzando anche pretese per il mantenimento del nascituro, in tal modo minacciandolo in via implicita di un male ingiusto“.
Ad un certo punto l’anziano, che ovviamente non voleva che la storia venisse in alcun modo a galla, si era deciso a parlare di quanto gli stava succedendo con un amico medico. Era stato lui a spiegargli che, data la sua avanzata età, era praticamente impossibile che potesse essere fertile e quindi, conseguentemente, lui non poteva essere il padre di nessuno. A quel punto si era dunque rivolto all’avvocato Pietro Gigliotti e, assieme a lui, aveva sporto denuncia contro la donna. L’anziano si è costituito parte civile e adesso chiede di essere risarcito. Il processo per l’imputata inizierà nel giugno del prossimo anno dinanzi al tribunale in composizione collegiale.