Terni

Asm, Usb all’attacco “Giù la maschera”

Il 31 gennaio scorso, la Federazione dell’Unione Sindacale di Base ha incontrato l’Assessore del Comune di Terni Masselli, per affrontare la questione ASM.

L’azienda ha un debito sostenibile, considerando, in particolare, il contestuale ammontare di 78 milioni di crediti, tutti esigibili entro il 2020, così come iscritti in bilancio dall’azienda stessa.

Dovendo ritenere affidabili questi dati (“in caso contrario saremmo di fronte ad un falso in bilancio” – precisa USB), ASM si conferma essere un’azienda sostanzialmente sana e vitale, la cui efficienza ed economicità può essere migliorata grazie a una corretta gestione delle partite finanziarie e a una revisione complessiva dell’organizzazione, che ne esaltino il ruolo di azienda pubblica strategica per il territorio.

Riteniamo pertanto non più rinviabile, come scelta di innovazione e di rafforzamento, lo sblocco del turnover che permetterebbe, nel breve, una riduzione dei costi e nuove assunzioni in grado di rendere possibili interventi su due direttrici fondamentali quali la ricerca e lo sviluppo, necessari per rilanciare verso servizi ad alto valore aggiunto e più remunerativi.

Inoltre – sottolinea l’USB – le assunzioni dovrebbero prendere in considerazione anche il potenziamento del comparto igiene ambientale, attuando così ancheuna politica di internalizzazione dei servizi attualmente in appalto, con risparmi in termini di risorse e aumento di efficacia ed efficienza dei servizi stessi.

A nostro avviso si dovrebbero reperire le risorse necessarie per effettuare gli investimenti a valle della raccolta dei rifiuti, con l’obiettivo del superamento della raccolta differenziata spinta, costosa e massacrante per i lavoratori, per puntare ad un vero progetto di gestione integrata dei rifiuti, in grado di generare economie di scala.

Questa è la sfida che una classe dirigente dovrebbe proporsi – sostiene il sindacato – e non le solite scorciatoie che non sono in grado di rilanciare fattivamente l’ASM. Non ci si può nascondere dietro lo spauracchio del debito, bensì ci chiediamo come mai nei 18 mesi di governo Latini, non sia stato praticato un piano di ristrutturazione dello stesso, visti i pesanti tassi pari all’11% pagati sui 40 milioni che ASM deve al GSE.

La federazione provinciale della USB crede pertanto sia giunto il momento delle decisioni politiche in netta discontinuità col passato, da tramutarsi in azioni in grado di mettere per sempre al sicuro, sotto il profilo finanziario, l’azienda multiservizi.

Abbiamo proposto all’assessore Masselli di mettere in campo, insieme alla giunta, un aumento di capitale promosso da ASM nei confronti della cittadinanza e dei lavoratori della municipalizzata, una operazione di azionariato popolare in grado di salvare l’azienda e di istituire forme di controllo popolare sulla stessa.

Si può fare, pertanto ci si deve provare. “O si esce fuori dalla logica perversa dei vincoli e del concetto di stabilità, così come della finanza come unico mezzo per la crescita delle aziende e per gli investimenti, o ci si connota in netta continuità col passato.

La presenza incombente di ACEA è preoccupante. La delicata situazione dei rifiuti di Roma ed i contestuali investimenti che la stessa ACEA sembra stia facendo sul nostro territorio -20 milioni per l’acquisto di terreni ed immobili a scopo industriale- ci fa tornare in mente il dannato progetto di Terni periferia della Capitale.

E’ chiaro che l’USB non si fa abbindolare dal falso buonismo di ACEA, disposta ad acquistare le quote del SII mettendo sul piatto più di 30 milioni€ per l’acquisto di quote, il cui valore complessivo non supera i 3 milioni€.

La classe dirigente della città, sia dell’amministrazione comunale, sia di ASM, o è in grado di effettuare quel tanto decantato cambiamento sbandierato in campagna elettorale, o una volta per tutte dovrà gettare la maschera, palesando la continuità con chi ha gestito la città negli ultimi trent’anni”.