«Il bando di gara per l’affidamento del trasporto sanitario nel territorio della Asl 3 dell’Umbria non tiene conto dei criteri fissati dalla nuova legge regionale in materia e addirittura preclude alle associazioni di volontariato, che gestiscono il servizio da anni, la possibilità di partecipare: è un atto sbagliato e politicamente inaccettabile, che va annullato o modificato quanto prima».
Lo chiede il consigliere regionale del Partito democratico Luca Barberini in un’interrogazione a risposta immediata, presentata stamani alla Giunta regionale, per sapere “quali iniziative intende adottare per far annullare, o in via subordinata modificare in autotutela, il bando di gara emesso dalla Asl 3”.
«Da anni – spiega Barberini – il servizio di trasporto sanitario nel territorio della Asl 3 dell’Umbria viene svolto con professionalità, efficienza ed economicità da associazioni di volontariato, di promozione sociale e senza scopo di lucro come la Croce Bianca di Foligno, la Stella d’Italia di Spoleto e la Croce Rossa Italiana. Il bando di gara pubblicato lo scorso 21 novembre dall’azienda, con scadenza 7 gennaio 2013, prevedendo come requisito obbligatorio l’iscrizione al “Registro delle imprese” – afferma il consigliere regionale del Pd – preclude però a queste realtà la possibilità di parteciparvi in quanto non qualificabili come soggetti imprenditoriali e quindi non iscrivibili a tale elenco. Si tratta di una prerogativa assolutamente discutibile, in quanto introduce vincoli contrari a principi normativi nazionali ed europei univocamente orientati a non limitare la partecipazione alle gare pubbliche ai soggetti qualificati come imprenditori, ma a renderla possibile anche a tutti quegli enti ricadenti nella nozione comunitaria di operatori economici, tra i quali, appunto, anche le associazioni di volontariato e le Onlus.
Inoltre – evidenzia Barberini – il bando della Asl 3 non considera affatto le nuove disposizioni normative regionali sul trasporto sanitario (articolo 58 della legge regionale n. 18 del 12 novembre 2012), secondo le quali, ove non sia possibile espletare tale servizio con personale e mezzi propri, deve essere prioritariamente affidato attraverso convenzioni stipulate con associazioni di volontariato e organismi senza scopo di lucro».
Barberini sottolinea infine che «la procedura di evidenza pubblica adottata dalla Asl 3, oltre a non tenere conto della legge, non valuta e non tutela le professionalità maturate nella realtà finora affidatarie del servizio, i numerosi lavoratori impiegati (circa 100) e il grande contributo dato dalle stesse anche grazie alla preziosa collaborazione attivata con il mondo del volontariato, umiliando e azzerando inspiegabilmente una storia centenaria e rinunciando ai valori e ai principi di sussidiarietà che oggi appaiono una delle poche concrete risorse per la crescita della comunità».