Categorie: Cronaca Foligno

ASL3, AVVIATA INDAGINE DOPO IL CASO DELLA SPOLETINA INCINTA SOTTOPOSTA A RASCHIAMENTO

La direzione sanitaria della Asl3 ha aperto una indagine interna dopo la notizia anticipata stamani da Tuttoggi.info della denuncia di una giovane mamma spoletina sottoposta a raschiamento quando era invece incinta. E' quanto fa sapere l'ufficio stampa della azienda sanitaria. “Il direttore sanitario Sandro Fratini” dice al telefono il capo ufficio Mauro Silvestri “ha chiesto al reparto di ostetricia e ginecologia di Foligno di avere una dettagliata relazione in merito alla vicenda. Ogni ulteriore comunicazione sarà diramata solo dopo la chiusura di questa verifica”.

La donna, come si ricorderà, si era presentata sabato scorso ai carabinieri di Spoleto per sporgere formale denuncia nei confronti del reparto. Ad oggi, a quanto è dato sapere, la procura di Perugia, competente su Foligno, non avrebbe ancora disposto alcun provvedimento, incluso il sequestro della cartella clinica.

La spoletina, già mamma di un bambino di 4 anni, si era rivolta al suo ginecologo di fiducia dell'ospedale della città del festival per avere conferma del suo stato di gravidaza. Le analisi 'beta' sembravano confermare questa ipotesi anche se l'esito negativo delle ecografie aveva fatto sospettare una gravidanza extrauterina e pertanto la necessità di un controllo più approfondito presso il reparto folignate. Qui i sanitari, di fronte ad un calo delle 'beta', convinti di essere di fronte ad una interruzione naturale della gravidanza, avrebbero deciso di intervenire chirurgicamento con il raschiamento. Senza però controllare l'esito delle ultime analisi che invece dimostravano un nuovo innalzamento delle ghbc o 'beta', anche se gli esami ecografici continuavano a registrare l'assenza della camera gestazionale.

Passati pochi giorni la signora si sottopone a nuovi accertamenti che registrano un nuovo e consistente picco delle 'beta'. La donna quindi è incinta e teme ora per le sorti del feto che potrebbe aver riportato lesioni dal raschiamento e dalla seguente cura di farmaci prescritta dai medici.

Questo almeno quanto esposto nella denuncia (la coppia è difesa dall'avvocato Michele Faustini del foro di Spoleto), in attesa dei riscontri della magistratura. Il caso è ovviamente delicato e non è al momento possibile stabilire in alcun modo se si sia trattato di una grave mancanza o di una fatalità.

Intanto però è la politica spoletina a seguire il caso. La decisione del primario folignate (che al momento ha la responsabilità anche dell'unità di Spoleto, il cui dirigente è andato recentemente in pensione) di trasferire a Foligno i casi 'particolari' suscita più di una preoccupazione sul futuro stesso del reparto festivaliero. Una 'anomalia' gestionale, come ha denunciato la donna, visto che questo caso non era poi così 'particolare': si trattava in buona sostanza di accertare o meno l'eventuale gravidanza extrauterina. Situazione che le professionalità spoletine presente in reparto, a detta dei più, sono ben in grado di fronteggiare.

Dalla Asl3 bocche cucite. Solo a microfoni spenti qualcuno si lascia andare, annunciando che quella decisione sarebbe stata presa solo per garantire maggiormente i pazienti e consentire meglio al primario di seguire le rispettive situazioni cliniche.

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