Spoleto

ASE, contrordine compagni: si privatizza illuminazione pubblica

Contrordine del contrordine, compagni! L’illuminazione pubblica comunale, fin qui gestita da ASe, va privatizzata. Se non ci fossero atti firmati di pugno, quella che si presenta in queste ore sulla scena politico-amministrativa di Spoleto sembrerebbe una barzelletta. Con la municipalizzata ASe più simile a una margherita da cui staccare i petali per lasciare al caso il futuro aziendale: privatizzo, non privatizzo, privatizzo, non privatizzo….

L’ultimo fiorellino sfogliato dalla Giunta a fine estate scorsa, sembrava aver indicato la seconda ipotesi. Anche se più che la fortuna, poterono le proteste dei sindacati, scesi con le maestranze per la prima volta in piazza contro il Municipio, delle opposizioni e, forse, anche l’analisi di bilancio che queste colonne avevano fatto sulla base dei (pochi) dati disponibili che non dimostravano questa grande convenienza nell’aderire alla convenzione Consip. Dunque, viste le temperature invernali che non aiutano la fioritura, solo un miracolo può aver rimesso nelle mani del board guidato da Sisti-Lisci una nuova margherita da pelare, con esito ancora una volta nefasto. Dunque, contrordine.

Non si spiega altrimenti – dopo le parole al miele delle note di Comune, Pd, M5S, la presenza di Ora Spoleto ai tavoli coi sindacati – la convocazione della III Commissione (per la maggioranza: presidente il capogruppo Pd Federico Cesaretti con i colleghi Filippi e Panetti, Enrico Morganti di M5S, Enzo Alleori e Daniele Filippi di Civici X; per la minoranza: Bececco di SF-FI, Cintioli IpS, Profili AC) per la discussione e approvazione della adesione alla Convenzione Consip finita nel cestino. La convocazione della Commissione, ironia della sorte, arriva proprio mentre il ragionier Paolucci, amministratore unico dell’ASe, confermava ai sindacati che la pratica della esternalizzazione era definitivamente abbandonata.

E che il governo cittadino tenti di accelerare anche in questa occasione le cose, lo si intuisce dalle date: per lunedì 18 è convocata la III Commissione; tre giorni dopo, giovedì 21, il Consiglio comunale è chiamato al punto 2 dell’ordine del giorno a ratificare appunto la “Adesione alla convenzione Consip Servizio Luce4 – lotto 6 (Toscana e Umbria) per la fornitura di energia elettrica, gestione, manutenzione e riqualificazione energetica degli impianti di pubblica illuminazione dell’intero territorio comunale”.

Sindacati, partiti e movimenti sembrano essere stati presi in contropiede dal contrordine, atteso che al momento sulla notizia non ci sono prese di posizione ufficiale. Una vicenda che comunque arriva prima ancora che sia stato approvato il nuovo piano industriale.

Tornando alla Convenzione, questa non sembra che inciderà solo sul personale produttivo (diretti) ma anche sugli amministrativi atteso che nell’istruttoria è scritto che poterà “vantaggi per l’univocità dell’interlocutore unico per tutte le attività, trasferimento di tutte le responsabilità ad un unico soggetto giuridico”. Senza tornare sui costi e convenienze economiche (ma anche sociali), c’è un documento facente parte del Capitolato che potrebbe mettere qualche ombra sulla decisione ormai acclarata che Sisti & Co. hanno deciso di perseguire. Al punto A.2 del Capitolato “Scenari di adesione delle PP.AA.” viene fatta una analisi che sembra scoraggiare tale scelta per una determinata fattispecie di città e comuni.

Leggiamo gli scenari prospettati: “…I Capoluoghi di provincia e i comuni con abitanti sopra a 40.000, pur essendo le più appetibili commercialmente, difficilmente sono convenzionabili….molti di questi hanno già contratti di gestione e manutenzione in corso, altri sono stati convenzionati o hanno gestioni condotte da ex municipalizzate o in house. Nella logica del convenzionamento sarà cura del proponente, a valle dell’aggiudicazione, accertare quali amministrazioni non hanno contratti in essere, quali possano avere particolari criticità ….”

Dunque, vero è che Spoleto, non certo aiutata dalla locale politica per lo sviluppo economico, è ormai da anni sotto i 40mila abitanti (36.467 al dicembre 2022), ma solo tale dato può bastare per prendere una decisione che avrà sicure ripercussioni sulla municipalizzata che fin qui ha svolto dignitosamente il proprio lavoro, apprezzato anche sotto il profilo economico finanziario? Sarà la volta buona o si assisterà al “terzo contrordine compagni”?

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