(Adnkronos) - Alla fine hanno parlato. Anzi, hanno scritto. Dan e Ryan Friedkin hanno affidato la loro posizione dopo l'esonero di Daniele De Rossi, le dimissioni del Ceo Lina Souloukou e la notizia dell'acquisizione dell'Everton a un comunicato pubblicato sul sito dell'As Roma. Un testo in cui dicono alcune cose, su tutte questa: "L'eventuale acquisizione dell’Everton non modifica in alcun modo il nostro impegno verso la Roma". Una rassicurazione dovuta, integrata da un un'altra frase, "la Roma rimane al centro delle nostre ambizioni calcistiche", che prelude a una promessa: "il nostro impegno in termini di tempo, risorse ed energie verso la Roma non sarà ridotto".
Nella nota firmata da Dan e Ryan Friedkin, però, non ci sono alcune cose fondamentali. La prima, la più evidente, è che non nominano l'allenatore che hanno scelto e che nessuno ha presentato, Ivan Juric. Un'omissione che non merita un allenatore che si è messo a disposizione, che ha iniziato a lavorare rispettando tutti a partire dal suo predecessore e che ha anche vinto 3 a 0 la sua prima difficilissima partita alla guida della Roma. Si fa riferimento a un altro allenatore, una bandiera ammainata frettolosamente, che non c'è più. Per Daniele, che è Daniele De Rossi, ci sono parole di circostanza: "nutriamo un profondo rispetto per Daniele, convinti che avrà una carriera di successo come tecnico, e magari un giorno tornerà alla Roma". Poco o nulla per spiegare perché è stato deciso che dovesse interrompere il suo lavoro dopo poche settimane del suo contratto triennale. E' stato esonerato per una decisione presa per "la convinzione che sia la strada giusta per puntare ai trofei in questa stagione". Sottinteso, ma neanche tanto, lui non era in grado di farlo.
C'è un altro passaggio che manca. Nessun riferimento, neanche indiretto, alla Ceo Lina Souloukou che si è appena dimessa. Non una parola per dare un senso all'ultimo colpo di scena, arrivato solo ieri.
In una comunicazione che è espressamente rivolta ai tifosi mancano le spiegazioni minime rispetto alle tre notizie che hanno sconvolto una stagione appena iniziata: le ragioni plausibili che hanno spinto a esonerare De Rossi, quelle che hanno suggerito di ingaggiare Juric, quelle che hanno portato Souloukou a dimettersi. Il passo avanti è stato fatto per la sola ragione di dare voce alla proprietà ma sul piano della comunicazione c'è ancora tanta strada da fare. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) – Alla fine hanno parlato. Anzi, hanno scritto. Dan e Ryan Friedkin hanno affidato la loro posizione dopo l’esonero di Daniele De Rossi, le dimissioni del Ceo Lina Souloukou e la notizia dell’acquisizione dell’Everton a un comunicato pubblicato sul sito dell’As Roma. Un testo in cui dicono alcune cose, su tutte questa: “L’eventuale acquisizione dell’Everton non modifica in alcun modo il nostro impegno verso la Roma”. Una rassicurazione dovuta, integrata da un un’altra frase, “la Roma rimane al centro delle nostre ambizioni calcistiche”, che prelude a una promessa: “il nostro impegno in termini di tempo, risorse ed energie verso la Roma non sarà ridotto”.
Nella nota firmata da Dan e Ryan Friedkin, però, non ci sono alcune cose fondamentali. La prima, la più evidente, è che non nominano l’allenatore che hanno scelto e che nessuno ha presentato, Ivan Juric. Un’omissione che non merita un allenatore che si è messo a disposizione, che ha iniziato a lavorare rispettando tutti a partire dal suo predecessore e che ha anche vinto 3 a 0 la sua prima difficilissima partita alla guida della Roma. Si fa riferimento a un altro allenatore, una bandiera ammainata frettolosamente, che non c’è più. Per Daniele, che è Daniele De Rossi, ci sono parole di circostanza: “nutriamo un profondo rispetto per Daniele, convinti che avrà una carriera di successo come tecnico, e magari un giorno tornerà alla Roma”. Poco o nulla per spiegare perché è stato deciso che dovesse interrompere il suo lavoro dopo poche settimane del suo contratto triennale. E’ stato esonerato per una decisione presa per “la convinzione che sia la strada giusta per puntare ai trofei in questa stagione”. Sottinteso, ma neanche tanto, lui non era in grado di farlo.
C’è un altro passaggio che manca. Nessun riferimento, neanche indiretto, alla Ceo Lina Souloukou che si è appena dimessa. Non una parola per dare un senso all’ultimo colpo di scena, arrivato solo ieri.
In una comunicazione che è espressamente rivolta ai tifosi mancano le spiegazioni minime rispetto alle tre notizie che hanno sconvolto una stagione appena iniziata: le ragioni plausibili che hanno spinto a esonerare De Rossi, quelle che hanno suggerito di ingaggiare Juric, quelle che hanno portato Souloukou a dimettersi. Il passo avanti è stato fatto per la sola ragione di dare voce alla proprietà ma sul piano della comunicazione c’è ancora tanta strada da fare. (Di Fabio Insenga)