CGIL CISL UIL, FIM FIOM UILM di Terni denunciano il silenzio di Arvedi-Ast e delle istituzioni riguardo la definizione del piano industriale dell’acciaieria. In particolare i sindacati sottolineano che al tavolo tecnico sulle prospettive dell’area industriale ternana e di Arvedi Acciai Speciali Terni, convocato a Roma il 19 gennaio 2023 presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, “ci sono stati impegni precisi e circostanziati da parte di tutti i soggetti e degli enti che hanno preso parte al tavolo, con l’obiettivo di arrivare alla definizione dell’Accordo di programma in tempi rapidi e consentire dunque lo sviluppo dei progetti industriali per l’area ternana”, ma nessuno ha avuto la premura di convocare le parti sociali per chiarire quali siano le prospettive per Ast.
“Come Organizzazioni sindacali – si legge in una nota congiunta – vogliamo ricordare che le istituzioni locali e regionali non hanno mai avuto un confronto sulle prospettive industriali del nostro territorio. Pur riconoscendo che la convocazione al tavolo tecnico non sia dovuta, abbiamo sempre ribadito che per opportunità sarebbe stata utile, o in alternativa, si sarebbe almeno potuto costruire un confronto preliminare con chi ha già da tempo svolto analisi e avanzato proposte per lo sviluppo sostenibile delle filiere industriali, che rimangono il pilastro portante dell’economia locale”.
“Partendo dal presupposto che i finanziamenti del Pnrr hanno tra gli assi trasversali l’ambiente e l’energia e che ad oggi Arvedi Acciai Speciali Terni vuole avviare un graduale, ma deciso e quanto auspicato, processo di decarbonizzazione dell’attività siderurgica attraverso l’utilizzo dell’idrogeno verde, sarebbe utile conoscere gli impegni della Regione dell’Umbria in tal senso e se questi sono coerenti con le azioni e i progetti regionali già finanziati o in via di finanziamento dal Piano di Ripresa e Resilienza. L’idrogeno, come dichiarato da anni dalle Organizzazioni sindacali, potrebbe rappresentare un’ulteriore opportunità per l’area industriale di Terni e Narni con la rigenerazione della filiera del tubo marmitta che rischia di essere fuori mercato già nel 2035”.
“Gli importanti investimenti dichiarati devono trovare applicazione reparto per reparto, impianto per impianto in termini di prodotti, processi, livelli occupazionali e riorganizzazione complessiva della fabbrica. Non sappiamo se la congiuntura economica e il tempo trascorso abbiano modificato i piani del gruppo Arvedi, né sappiamo quanto tempo ancora abbiamo per aver confermate le intenzioni annunciate. È la stessa messa in opera del piano industriale che avrà delle inevitabili ricadute sul territorio a partire dall’indotto e dalle aziende che sono parte integrante delle seconde lavorazioni”.
“Sul tema ambientale e della sostenibilità, come organizzazioni sindacali vorremo capire come si sta procedendo e come si procederà. Anche questi sono temi cari al sindacato che nel tempo hanno qualificato e valorizzato la nostra azione. Sollecitiamo anche su questo versante gli enti locali e regionali per conoscere quali interventi infrastrutturali, materiali e immateriali si stanno mettendo in campo sia utilizzando le risorse del Pnrr che quelle dei fondi europei per rendere più competitivo il Sito ternano e le aziende del territorio”.
Per tutti questi motivi CGIL CISL UIL, FIM FIOM UILM attiveranno tutte le proprie strutture affinché si arrivi in tempi rapidi ad un confronto con le istituzioni e con il gruppo Arvedi per capire gli impegni presi e quando sarà operativo l’Accordo di programma che è necessario per far partire l’intero piano industriale. Chiediamo alle Istituzioni celerità responsabilità e trasparenza: in gioco c’è il rilancio della vocazione industriale del territorio e il governo per una giusta transizione ecologica e tecnologia. Il sindacato confederale è pronto a fare la propria parte.