Oltre 76mila aziende attive, che danno lavoro a quasi 120mila addetti. Un fatturato complessivo di 11,6 miliardi di euro e 3,2 miliardi di euro di valore aggiunto. E’ questo il valore della piccola impresa in Umbria, terra dove il 95% delle aziende ha meno di 50 addetti. Eppure, è la piccola impresa che garantisce più della metà del lavoro nel settore privato e più di un terzo del fatturato totale.
Sono questi i risultati di un’indagine sul “peso” della piccola impresa in Umbria commissionata al Centro studi Sintesi da Cna, Confartigianato e Confcommercio. Una riflessione, ha sottolineato il presidente di Confcommercio, Giorgio Mencaroni, che le tre associazioni hanno voluto affrontare congiuntamente. “Ma al di là del fatturato – ha evidenziato il presidente umbro della Cna, Renato Cesca – sono le piccole imprese della regione a garantire lavoro a migliaia di persone“. Maurizio Franceschini, presidente di Confartigianato, ha evidenziato come le imprese siano tanto più produttive se lo è l’ambiente in cui operano, sollecitando interventi della pubblica amministrazione per la semplificazione burocratica, le infrastrutture e sul versante dell’allentamento della pressione fiscale.
“L’indagine sul valore della piccola impresa in Umbria conferma le caratteristiche del nostro sistema produttivo e l’apporto che la piccola impresa dà in termini di contributo al Pil e all’occupazione in Umbria ed offre anche previsioni importanti circa la fiducia negli investimenti e nuove opportunità di lavoro. Da parte della Regione c’è la massima disponibilità a continuare a lavorare insieme, condividendo l’attivazione o l’aggiornamento di strumenti ‘su misura’ per sostenere sia chi vuol crescere sia chi è piccolo e costruendo strategie per il futuro”, ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo alla presentazione dell’indagine. “C’è una strada fatta insieme – ha detto la governatrice ai rappresentanti delle tre associazioni – e che ha portato ad attivare strumenti importanti, quali ‘Cresco’, a beneficio delle imprese e dell’occupazione. Condividiamo la necessità di proseguire in questa direzione, agendo sulle priorità del credito, dell’innovazione, della formazione, dell’export, tanto più oggi in uno scenario nazionale che si presenta problematico soprattutto per le piccole imprese”.
La presidente Marini ha ricordato “gli impegni assunti con il Defr, il Documento di economia e finanza 2019-2021, sia sul fronte del credito per creare un ‘piccolo ombrello’ per le imprese sia con il mantenere invariata la leva fiscale che l’Umbria – ha sottolineato – usa oltretutto nella misura minima garantendo allo stesso tempo i conti in equilibrio e tutela anche così il sistema produttivo”.
“Nel Defr – ha rilevato inoltre – sono previsti investimenti pubblici per 53 milioni di euro e ci sarà una concentrazione di risorse, 280 milioni di euro, legata alla ricostruzione post sisma. Una mole di risorse senza precedenti e che pone una grande sfida al sistema delle imprese locali, oltre a rappresentare una grande opportunità per la ripresa di un settore quale quello delle costruzioni che è il più destrutturato a causa della crisi”. “Individuiamo come impiegare nella maniera più efficace queste risorse e quelle conclusive della programmazione comunitaria – ha detto infine la presidente Marini – e guardiamo avanti, impostando il modello per il prossimo settennato di programmazione con le priorità indicate che sono quelle del credito, dell’export, dell’innovazione digitale e tecnologica. Come Regione, siamo pronti a lavorare insieme come abbiamo sempre fatto”.