Articoli sequestrati, si torna in Aula. E questa volta davanti alla Suprema Corte di Cassazione. Finisce così davanti agli ermellini del Palazzaccio la vicenda dei 3 articoli relativi all’inchiesta sulla Banca Popolare di Spoleto che il Gip, su richiesta della locale Procura, aveva sequestrato lo scorso dicembre; ordinanza annullata una ventina di giorni dopo dal Tribunale del Riesame di Perugia che aveva riconosciuto la legittimità del lavoro di Tuttoggi.info. A quest’ultimo provvedimento si è però opposto il sostituto procuratore di Perugia che nelle scorse settimane ha presentato ricorso in Cassazione.
A darne notizia questa mattina è stato l’Ordine dei giornalisti intervenuto sulla vicenda. Leggiamo la nota: “Si discuterà nelle prossime ore in Cassazione il ricorso della Procura avverso l’ordine di revoca del Tribunale del Riesame di Perugia, emesso il 10 gennaio 2014, del sequestro disposto dal Gip di alcuni articoli pubblicati dalla testata online Tuttoggi.info, relativi all’indagine giudiziaria sulla Banca Popolare di Spoleto. L’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria – continua il comunicato – , che già si era espresso sulle vicenda insieme all’Asu ed al Consiglio nazionale dell’Ordine, torna a preoccuparsi per l’insistenza con la quale l’ufficio del Pm continua a proporre una visione negativa e limitante del diritto all’informazione. Annullandone una delle funzioni fondamentali: il potere di controllo. Tentando di reintrodurre norme sciagurate sul divieto di pubblicazione degli atti che la stessa politica ha ipotizzato ma è poi riuscita ad accantonare. Lo stesso Tribunale del Riesame si era espresso con nettezza affermando che le notizie e gli atti, si trattava di trascrizione di alcune intercettazioni degli imputati non più coperte dal segreto istruttorio, sono stati ‘pubblicati legittimamente’. Nell’esprimere la solidarietà ai colleghi di Tuttoggi.info, l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, ricordando che è già in essere una iniziativa parlamentare sulla vicenda, ed esprimendo certezza sulla sensibilità sempre dimostrata dalla Cassazione per i delicati argomenti della libertà di informazione, conferma la disponibilità a valutare tutte le iniziative che si renderanno opportune laddove si mettessero in discussione diritti fondamentali come la tempestività dell’informazione per la vita democratica del Paese”.
Il comunicato dell’Ordine, battuto dalla agenzie di stampa, è stato rilanciato nel pomeriggio da L’Espresso che in prima pagina ha dato ampio risalto alla notizia. La vicenda, come si ricorderà, era già stata seguita dai giornali nazionali a cominciare da Il Fatto Quotidiano con due articoli a firma di Giuseppe Giulietti (portavoce di Articolo21). Finendo anche sul tavolo del Ministro della giustizia a seguito di una interrogazione parlamentare presentata da 30 senatori (prima firmataria la senatrice Serenella Fucksia), nessuno dei quali umbro.
“La linea del silenzio mediatico che ci siamo fin qui imposti è stata una nostra scelta” dice il direttore di Tuttoggi.info Carlo Ceraso “perché siamo da sempre rispettosi del lavoro della magistratura, come ben sa la Procura di Spoleto alla quale, proprio sulla inchiesta della PopSpoleto, abbiamo sempre esposto quelle notitiae criminis che potevamo incontrare durante il nostro lavoro, posticipando a data successiva la loro pubblicazione. Ovviamente di questo ricorso in Cassazione avevamo informato l’Ordine dei giornalisti che ringraziamo per la vicinanza che ci ha dimostrato come pure Articolo21, Ossigeno per l’informazione e Anso per la solidarietà che ci hanno oggi fatto avere” continua Ceraso “francamente non comprendiamo il ricorso e le tante energie spese nei confronti di un giornale che ha fatto solo il proprio dovere informando l’opinione pubblica su uno scandalo come quello che ha travolto la Bps, già commissariata dal gennaio 2013, ovvero quattro mesi prima dell’avviso di conclusione indagini. Comunque sia, tre mesi dopo l’Avviso, notificato a ben 34 indagati e rispettivi studi legali, ci siamo limitati a pubblicare un minimo stralcio degli atti, forse una ventina di pagine sulle oltre 6mila che compongono il fascicolo. Resta difficile poter credere, come sostiene l’accusa, che una tale pubblicazione possa in qualche maniera ‘turbare’ il giudizio del Gup e sinceramente non riusciamo a capire come solo qui in Umbria ci sia questa sensibilità sul tema. Basta sfogliare tutti i giorni i giornali o accendere la tv per vedere come ben altre notizie, anche coperte dal segreto istruttorio, vengano divulgate in virtù della loro rilevanza e nel rispetto del diritto di cronaca. Probabilmente per questi magistrati la stampa avrebbe dovuto affrontare le vicende degli scandali Parmalat, del latte cinese o magari della stessa tragedia della Concordia – come dimenticare il “salga a bordo cazzo” trasmesso neanche 48 ore dopo la tragedia, in pratica con il fascicolo appena aperto contro ignoti – solo dopo il rinvio a giudizio degli indagati. Sulla Bps erano e sono in gioco gli interessi di migliaia di azionisti, i loro risparmi e quelli della clientela. Ironia della sorte queste colonne, in appena 5 mesi, si apprestano a subire il terzo grado di giudizio mentre della stessa inchiesta sulla Banca, a 13 mesi dalla conclusione delle indagini, non è ancora dato sapere nulla in merito all’eventuale rinvio a giudizio, come peraltro già rilevato da autorevoli quotidiani. In merito alla udienza di domani siamo comunque fiduciosi che la Suprema Corte di Cassazione, che sulla materia è già intervenuta, peraltro in linea con la stessa Corte Europea se si pensa ai casi ‘Dupuis et Pountaut’ e “Martin”, saprà sancire le ragioni che i nostri legali, a cominciare dall’avvocato Salvatore Francesco Donzelli che da sempre ci segue e dall’avvocato Agnese Vergari del foro di Terni, hanno già avuto modo di rappresentare con successo dinnanzi al Riesame di Perugia. E’ in gioco lo stesso diritto di informazione, la stessa funzione di ‘cane da guardia’ che viene riconosciuta in tutto il mondo alla stampa”.