Città di Castello

Arte (senza la vista) e inclusione, un grande libro nasce dalla pietra con la “Scultura di comunità”

E’ stato inaugurato domenica (16 giugno) – dopo una settimana di lavoro – il “Grande Libro” di Monte Santa Maria Tiberina, una “scultura di comunità” realizzata dal noto artista non vedente Felice Tagliaferri insieme a tantissimi giovani “collaboratori” – tra essi anche altri non vedenti – intervenuti da tutto l’Altotevere.

Un’esperienza affascinante proposta dall’associazione Palestra delle emozioni Odv, che ha proposto un laboratorio gratuito di scultura tattile su pietra morbida – dal 10 al 16 giugno al vecchio mulino della frazione di Gioiello – condotto appunto dal maestro Tagliaferri, unico docente/formatore al mondo di arti plastiche non vedente che vanta collaborazioni con Scuole, Università e Musei (da quello tattile statale “Omero” di Ancona, ai Musei Vaticani, fino al “Guggenheim” di Venezia, dove tiene corsi e laboratori anche per bambini).

Lo slogan del maestro è “Dare forma ai sogni”: le sue creazioni sono infatti sculture non viste, che nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l’uso sapiente delle mani, guidate da incredibili capacità tattili. Autore del famoso “Cristo Rivelato”, Felice Tagliaferri gira il mondo per insegnare a chiunque (dai 9 ai 99 anni) voglia fare quest’esperienza, per far comprendere attraverso i suoi laboratori che, come egli stesso sottolinea “non esistono disabili ed abili, tutti abbiamo le nostre disabilità, tutti possiamo trovare le nostre abilità“.

Il “Grande Libro” – aperto – è stato realizzato partendo da un blocco di pietra calcarea di 100x80x25 cm: su un lato sono stati incisi (anche in Braille) i nomi delle persone che hanno collaborato alla sua creazione, mentre sull’altro è stata scritta la frase “Verso la meta”.

Obiettivo del laboratorio è far emergere le potenzialità e le caratteristiche di ciascuno alimentando, attraverso un lavoro condiviso, la cooperazione e la relazione. La scultura è stata posizionata sempre a Gioiello in un luogo immerso nella natura – all’interno di un grande spazio delimitato da balle di fieno che richiama il bosco di San Francesco ad Assisi – concepito “come luogo di aggregazione – ha dichiarato Iris Valorosi, presidente della Palestra delle emozioni Odv – non solo per coloro che hanno partecipato all’opera e quindi la sentiranno come propria, ma per chiunque senta il desiderio di unirsi per ricreare comunità e procedere verso la propria meta intimamente connessa con il Creato”.