“Intrecci” è la mostra di opere pittoriche, disegni, versi poetici realizzate dai detenuti nell’ambito del progetto “Arte in carcere” promosso dalla Caritas diocesana e associazione di volontariato San Martino, in collaborazione con la direzione della Casa Circondariale di Terni.
La mostra, allestita presso il Museo Diocesano e Capitolare di Terni, è stata inaugurata sabato 26 maggio alle ore 17 alla presenza del direttore della Casa Circondariale di Terni Chiara Pellegrini e degli operatori e rappresentanti della polizia penitenziaria, del direttore della Caritas diocesana Ideale Piantoni, del presidente dell’associazione di volontariato San Martino Francesco Venturini, dei volontari che prestano il servizio in carcere e di alcuni detenuti autori delle opere a cui è stata data la possibilità di seguire la mostra.
L’esposizione, che propone 70 opere pittoriche realizzate dai detenuti e 12 poesie scritte da altrettanti detenuti, resterà aperta dal 26 maggio al 2 giugno dalle 10 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30.
Le opere potranno essere acquistate con una offerta in denaro e il ricavato sarà utilizzato per l’acquisto dei materiali per il laboratorio artistico, per le necessità del detenuto autore dell’opera e per un fondo comune.
Il progetto “Arte in carcere” è un laboratorio artistico, attivo da quasi quindici anni all’interno del carcere, che è un’opportunità di socializzazione ed evoluzione relazionale, mentre si apprendono le tecniche del disegno e del colore, e che rappresenta una delle varie modalità di solidarietà che, grazie all’associazione di volontariato San Martino che gestisce le opere segno della Caritas diocesana, vengono portate a favore dei detenuti durante tutto l’anno sia con aiuti di beni di prima necessità che con i colloqui nei centri di ascolto e altre attività.
“Per i detenuti che lo frequentano, il laboratorio artistico è diventato un punto di riferimento per socializzare – spiega la coordinatrice del progetto Gisella Manuetti Bonelli -, per intraprendere un percorso di introspezione e crescita personale acquisendo elementi tecnici sul disegno e sul colore. In questo luogo passano e si incontrano individui di varie culture e per tanti motivi, alcuni sostano più a lungo di altri. Nello spazio di questo laboratorio artistico, le diversità si intrecciano come a formare un unico ordito perché la finalità è uguale per tutti: cercare in se stessi, al di la del reato per cui stanno scontando la pena, qualcosa di bello, realizzarlo e dimostrarlo. Creando disegni e pitture e scrivendo versi, esposti in questa mostra, trapela il loro impegno, per ritrovare una sensibilità, sopita da tempo e il desiderio di riallacciare una nuova alleanza con se stessi e con gli altri”.
“La mostra rappresenta la conclusione di un percorso umano e formativo che la Caritas ha avviato con i detenuti nel segno di una grande attenzione alla dignità umana, del riscatto umano e sociale e della speranza – spiega Nadia Agostini responsabile del settore carcere della Caritas diocesana – Un anno intero dedicato all’approfondimento di questo percorso umano che si esprime visivamente nelle opere dei detenuti”.