Il racconto del Germanico, la sua storia di uomo e di generale dell’esercito romano, la sua morte e il clima del tempo. Tutto questo verrà raccontato al Museo Archeologico di Amelia il 14 dicembre prossimo in occasione dell’evento “Il Germanico racconta”, organizzato dal Comune di Amelia e dall’associazione Mizar di Paco Lanciano, storico collaboratore di Quarck di Piero Angela. E’ stato proprio Lanciano a curare l’allestimento multimediale che verrà proiettato sulla statua e nelle aree adiacenti dove scorrerà la storia dell’Amelia romana e del suo più prestigioso condottiero. I particolari sono stati illustrati stamattina in una conferenza stampa in Provincia alla quale hanno partecipato tra gli altri l’assessore alla cultura del Comune di Amelia Laura Dimiziani, Federico Varazi della Mizar, Alessandra Bravi, la curatrice di alcune delle principali sezioni.
L’evento – “Il Germanico racconta” è un progetto realizzato in occasione dei 50 anni dalla scoperta della statua dall’assessorato alla cultura del Comune di Amelia con il contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale dell’Ue, il Ministro dello Sviluppo Economico e la Regione Umbria e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con la Direzione Regionale della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria. L’installazione realizzata è di tipo videowall capace di creare un effetto particolarmente spettacolare, quello di dare al visitatore l’impressione di trovarsi di fronte ad una parete in movimento costituita da più immagini, video e fotografie che si sovrappongono e si compongono, creando effetti suggestivi.
Le produzioni video sono il vero cuore dell’installazione grazie a elaborazioni al computer, filmati di repertorio e documentazione storica che ricostruiscono una mappa temporale delle vicende legate al ritrovamento e al restauro, arrivando a raccontare anche la storia più segreta di questo affascinante reperto archeologico a cinquanta anni dalla sua scoperta. Ha un carattere fortemente immersivo, grazie alla combinazione dinamica di immagini guidate da una regia unica, la cui attivazione è affidata al singolo utente. Il visitatore ha così la possibilità di scoprire tutti quegli aspetti storici e artistici (anche quelli che sarebbero stati trascurati o non compresi appieno con una visita tradizionale) che rendono la statua del Germanico unica al mondo.
L’obiettivo – “L’obiettivo dell’iniziativa – è stato detto stamattina dall’assessore Dimiziani e dagli altri intervenuti – è trasformare un reperto archeologico in un affascinante racconto, tanto spettacolare quanto rigoroso dal punto di vista scientifico. E’ sempre più usuale infatti importare nel mondo dei Beni Culturali la metodologia di comunicazione e divulgazione applicata al mondo della scienza, utilizzando tecnologie e metodi narrativi per “far parlare i reperti”, ovvero per rendere esplicite ai visitatori le informazioni “nascoste” altrimenti non facilmente decifrabili. In questo modo si ha la possibilità di “raccontare” le storie dei luoghi in modo suggestivo e, allo stesso tempo, efficace dal punto di vista dell’apprendimento. La caratteristica principale di questo nuovo sistema di fruizione – ha concluso la Dimiziani – è quella di miscelare il mondo reale e quello virtuale: la funzione primaria è affidata alla realtà, che possiede la forza insostituibile dell’autenticità, la funzione di supporto e arricchimento alla tecnologia ed alla virtualità. Il tutto con grande attenzione al rispetto della “sacralità dei luoghi e dei reperti” e della correttezza scientifica”.
Inaugurazione – All’inaugurazione sarà presente Paco Lanciano, oltre al sindaco Riccardo Maraga, all’assessore Dimiziani, all’assessore regionale alla cultura Fabrizio Bracco e Francesco Scoppola, della Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria.
Il Germanico – La statua bronzea, di proporzioni di poco maggiori del vero, conservata al Museo archeologico di Amelia, raffigura un generale romano armato e coperto da una corazza riccamente decorata. La figura sorregge con la mano sinistra una lancia, mentre la destra è sollevata nel gesto simbolico di rivolgersi all’esercito. I tratti somatici permettono di riconoscervi un ritratto di Nerone Claudio Druso Germanico.
Nato a Roma nel 15 a.C. sotto il regno dell’imperatore Augusto, era figlio del condottiero Druso Maggiore, fratello del futuro imperatore Tiberio. Rimasto orfano, fu adottato dallo zio per volontà dello stesso Augusto, che voleva assicurarsi la successione e che gli diede in sposa la nipote Agrippina Maggiore. Germanico ebbe una brillante carriera politica e militare che lo impegnò nei Balcani, in Germania e in Oriente. In Siria, al ritorno dall’ultima campagna, nel 19 d.C., il giovane principe morì a causa di un’ignota malattia: le circostanze misteriose della sua morte gettarono un’ombra di sospetto contro lo stesso Tiberio, di cui era nota l’avversione nei confronti del figlio adottivo a causa della sua crescente popolarità.
Dopo la morte furono tributati a Germanico grandi onori: le sue ceneri furono deposte a Roma accanto a quelle di Augusto e gli furono erette numerosissime statue sia in Italia sia nelle province. Uno di questi ritratti si trovava all’interno del tempio di Apollo Palatino a Roma: si tratta forse del modello cui si ispirarono la statua di Amelia e gli altri ritratti dello stesso tipo.
Il bronzo di Amelia era probabilmente collocato nel campus della città romana, l’area cioè destinata agli esercizi fisici e militari della gioventù locale: i complessi di questo tipo ospitavano di norma molte sculture, raffiguranti spesso proprio i membri della dinastia imperiale.