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ARRIVA LA PRIMAVERA. I CONSIGLI DELL’AMBULATORIO VETERINARIO ELISEI-PROIETTI CONTRO I PARASSITI DEGLI ANIMALI DOMESTICI

Le PULCI sono gli ectoparassiti che più frequentemente infestano il cane e il gatto sia in ambiente rurale che urbano. Questi insetti, il cui nome scientifico è Ctenocephalides canis per il cane e C. felis per il gatto, si sono adattati all’ambiente esterno ed interno e persistono durante tutto l’anno.

La pulce è un piccolo insetto privo di ali, di colore rossiccio marrone con gli arti posteriori adatti al salto. Il parassita adulto si nutre già 30 minuti circa dopo aver infestato il cane o il gatto e inizia a moltiplicarsi molto rapidamente, circa 48 ore dopo il suo primo pasto di sangue. Ogni femmina può deporre fino a 50 uova al giorno per quasi due mesi. In condizioni di temperatura ed umidità adeguate, le uova si schiudono e da esse nascono le larve che sono in grado di spostarsi di circa 20 cm orizzontalmente per trovare un rifugio nelle fessure o tra le fibre di un tappeto. Ogni larva produce un bozzolo all’interno del quale avvengono le metamorfosi. La schiusa della pulce dal bozzolo è influenzata da vari stimoli come la presenza di un animale o una semplice vibrazione. Quando un cane o un gatto sono infestati dalle pulci hanno un’irritazione cutanea accompagnata da prurito di varia intensità. Il cane infestato si gratta, si lecca e si morde nel tentativo di catturare il parassita. Il gatto in questo è molto abile per la sua abitudine di pulirsi continuamente e questo spiega il completamento del ciclo vitale di Dypilidium caninum, un verme intestinale, di cui le pulci sono ospiti intermedi.

Alcuni animali sopportano abbastanza bene le infestazioni da pulci, altri sviluppano una forma di allergia alla saliva che la pulce inietta al momento del morso. Questi soggetti possono ammalarsi di una grave dermatite anche per la presenza di pochissimi parassiti.

Una protezione efficace contro le pulci deve prendere in considerazione contemporaneamente i parassiti presenti sull’animale e quelli nell’ambiente quindi un prodotto antiparassitario deve avere due proprietà: un effetto immediato, per uccidere tutti gli adulti presenti sull’animale, e un effetto di lunga durata (attività residua) in modo che possa uccidere anche le pulci che infesteranno successivamente il cane o il gatto. Per interrompere il loro ciclo vitale, le pulci devono essere eliminate prima che siano trascorse 48 ore dal momento dell’infestazione, cioè prima che cominci l’ovodeposizione. La maggior parte degli antiparassitari presenti in commercio in formulazione spray, spot on o collari sono dotati di un buon effetto immediato e di una variabile efficacia residuale per cui è variabile anche il loro intervallo di somministrazione.

Le ZECCHE costituiscono uno dei più importanti gruppi di artropodi infestanti degli animali in tutto il mondo. Sono insetti ematofagi responsabili di svariati effetti deleteri, sia perché influenzano la fisiologia dell’ospite attraverso l’iniezione di saliva e la successiva sottrazione di sangue sia perché possono trasmettere una serie di agenti patogeni.

La zecca si attacca all’ospite grazie ad un apparato buccale molto particolare, costituito da due cheliceri, cioè degli arpioni che le permettono di ancorarsi saldamente e infiggere l’apparato succhiatore o ipostoma, attraverso il quale la zecca si nutre. Il ciclo vitale delle zecche è costituito da quattro stadi vitali: l’uovo, la larva munita di 6 zampe, la ninfa munita di 8 zampe e l’adulto. I due sessi sono separati. Le femmine si dilatano enormemente dopo il pasto raggiungendo in certi casi una dimensione di 100 volte superiore a quella di partenza. Dopo l’accoppiamento, le femmine si nutrono fino a riempirsi, quindi cadono a terra e cominciano l’ovodeposizione in un microambiente nascosto come una fessura o un cumulo di foglie in putrefazione. Le femmine depongono numerose migliaia di uova in un unico ciclo di deposizione dalle quali nascono le larve che danno il via al ciclo vitale.

Nel cane la reazione cutanea al morso di zecca è generalmente limitata ad una area eritematosa circostante la zona di infissione, che evolve in un nodulo rilevato della grandezza di qualche millimetro. Tale lesione regredisce 4-5 giorni dopo che la zecca si è staccata.

La zecca più comune del cane è la Rhiphicephalus sanguineus, o zecca marrone di canili, che ha imparato ad adattarsi ad un ampia varietà di condizioni climatiche. Essa è responsabile della trasmissione dell’agente patogeno dell’Erlichiosi canina e della febbre bottonosa che colpisce non solo il cane ma anche l’uomo.

L’altra zecca che possiamo trovare sul cane è Ixodes ricinus, che fino a qualche tempo fa non era considerata molto importante ma che invece ha cominciato a suscitare attenzione nel momento in cui si è scoperto che essa è il vettore dell’agente eziologico della Malattia di Lyme trasmissibile sia al cane che all’uomo.

Di solito per la lotta alle zecche sono utilizzati gli stessi antiparassitari usati contro le pulci, con delle differenze a seconda della tipologia di animale da trattare.