Carlo Ceraso
“Antonini è sereno e pronto a combattere”. E’ quanto sostengono i legali dello studio Morcella che difendono l’ex padre-padrone di PopSpoleto e Scs finito ai domiciliari su mandato della procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere per corruzione in atti giudiziari il giudice del Tar Lazio Franco Angeli Maria De Bernardi, l’avvocato Matilde De Paola e il faccendiere Giorgio Cerruti (avrebbe presentato Antonini al magistrato).
Per questa mattina (26 luglio) è previsto l’interrogatorio di garanzia dell’ex dominus. A quanto trapela intorno alle 10.30 Antonini dovrebbe transitare lungo corso Mazzini – ironia della sorte proprio davanti alla banca che l’ha visto protagonista degli ultimi 12 anni – scortato dai carabinieri per ingresso a palazzo di Giustizia dove troverà ad attenderlo il gip di Roma Maria Paola Tomaselli e i carabinieri del Noe del colonnello De Caprio.
Quale strategia difensiva attuerà è difficile dirlo. Certo quel “pronto a combattere” sembra coerente con i messaggi lanciati dall’ex presidentissimo in questi ultimi tre anni, specie tramite i mezzi di informazione che gli erano più fedeli. Peccato che alla difesa nel processo preferisse quella dal processo o, a leggere le carte della procura capitolina, ad aggiustarlo direttamente con la classica bustarella.
Basta rileggere alcune sue dichiarazioni per trovar conferma del suo animo di “gladiatore”.
Gennaio 2011, all’indomani del defenestramento da Bps disposto da Bankit e alla contestuale nomina a n. 1 della holding Scs: “sono un combattente, vengo dal marciapiede” incurante che tale provenienza non è che faccia proprio curriculum, né pendant con incarichi così delicati.
Aprile 2013, a dir poco sfacciata la dichiarazione a margine dell’annuncio dell’avvenuta presentazione del ricorso al Tar Lazio contro MEF e palazzo Koch: “siamo molto fiduciosi che la legge vera vinca sui poteri forti che si sono coalizzati. I disonesti all’inizio vincono loro, ma a medio lungo l’onestà e la serietà vince….combattiamo al fronte (aridanghete, n.d.r.) con determinazione e chiarezza di idee”. Ovviamente si guardò bene dal rivelare che aveva già ‘agganciato’ il giudice che avrebbe dovuto indirizzare la sentenza (il 27 febbraio al ristorante “Il caminetto” ai Parioli insieme al Cerruti e a monsignor Sodi). Questo naturalmente, secondo quando si può apprendere dalla lettura del provvedimento della Procura romana.
Giugno 2013, chiude come un provetto Highlander la conferenza stampa convocata per tentare di demolire le accuse che gli muove la procura di Spoleto (associazione a delinquere, mediazione usuraria, bancarotta fraudolenta): “sappiamo tutti come stanno le cose, come girano certi ambienti della città, ma questi mica sono eterni…presto cambieranno, mentre noi ci saremo ancora, tranquilli”
“Pericolo di reiterazione” – il gip Tomaselli motiva così la necessità dell’arresto. Si tratta di “vicende assai gravi, in cui le condotte finalizzate ad alterare il corretto svolgimento di procedimenti giurisdizionali appaiono essere state poste con estrema spregiudicatezza da tutti i soggetti coinvolti, così da renderli assolutamente indifferenti riguardo il serio pregiudizio arrecato alla collettività”. De Bernardi e la De Paola hanno dimostrato “una chiara noncuranza per le regole ed un assoluto dispregio per la funzione giurisdizionale”. Per questo per loro, come per il Cerruti che già ‘vanta’ due condanne per bancarotta fraudolenta, si sono aperte le porte di Rebibbia. E ancora: “Il pericolo di reiterazione del reato è parimenti elevato in ragione della obiettiva gravita delle condotte…ciò vale soprattutto per Cerruti e Antonini per i quali l’accoglimento del ricorso contro il provvedimento della Banca d’Italia è questione addirittura vitale”. A suffragare il pensiero del magistrato c’è anche l’inchiesta condotta dalla procura di Spoleto: “come emerge dai risultati dell’indagine della procura di Spoleto la gestione della Bps da parte dell’Antonini era improntata all’utilizzo assolutamente spregiudicato del denaro dell’istituto di credito per favorire persone e/o ambienti a lui legati”.
La stampa – la notizia degli arresti ha destato molto clamore anche all'estero, ripresa da giornali, siti e tv. Il coinvolgimento nell'inchiesta dell'ex n. 1 dell'istituto di credito umbro ha scatenato anche la locale stampa che da due giorni dedica tutte le locandine alla vicenda
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