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ARRESTI MERAKLON, PARLANO OPERAI E SINDACATI “GIUSTIZIA E' FATTA”

Luca Biribanti

I SINDACATI – Megafono in mano e sempre in prima linea a sostenere la lotta degli operai, Sergio Cardinali, segretario della Flictem-Cgil di Terni, ha espresso la soddisfazione per la vittoria di una “guerra” che va avanti ormai da 45 giorni: “oggi è una giornata particolare, non sarebbe giusto gioire per una persona che finisce portata via dalla finanza, ma è giusto farlo quando questa si è fatta gioco dei lavoratori. Aveva anche fatto stampare dei cartelli nei quali diceva che era colpa dei lavoratori e dei sindacati se l'azienda chiudeva…finalmente giustizia è atta. Finalmente qualcuno ha deciso chi è il colpevole delle disgrazie della Meraklon degli ultimi anni. Ora ci sarà un momento in cui si deciderà come andare avanti, ma sicuramente sarà fatto in simbiosi con le istituzioni e con il Ministero che è già stato messo al corrente del fatto, quindi nei prossimi giorni si deciderà come risollevare le sorti dell'azienda.
Uno sprazzo di ottimismo sembra aver contagiato anche i rappresentanti dei sindacati che si uniscono alla nuova “speranza” degli operai nella prospettiva di una veloce ripresa dell'attività dell'azienda. A parlare è Luca Levantesi, responsabile del sindacato Rsu: “Dopo 45 giorni di dura lotta è arrivata la liberazione, l'azienda verrà riconsegnata ai lavoratori. Fiorletta ha avuto quello che si meritava, perchè è stato un imprenditore che ha fatto solo del male all'azienda e ai lavoratori. Ora che questo ostacolo è stato superato potremo sbloccare la vertenza con Basell che nell'incontro di Milano dello scorso 6 aprile, si è dichiarata disponibile a trattare. Ora, in previsioni di futuri incontri e trattative tra le parti, possiamo affrontare il futuro con ottimismo”.

LE VOCI DEGLI OPERAI – Una vera e propria festa quella organizzata dagli operai della Meraklon con tanto di vassoi di pizza e bottiglie di Coca-Cola, Fanta e spumante per brindare all'arresto di Gianpaolo Fiorletta. Tra cori e festeggiamenti siamo riusciti ad avvicinare due di loro che hanno voluto mantenere l'anonimato, ma sono stati ben disponibili a dire la loro sulla clamorosa vicenda, usando toni coloriti e pesanti espressioni di sdegno: “Ci ha spremuto al nocciolo come prugne – dice uno di loro – non tenendo conto della nostra dignità. Se questo momento è valso 1.500 euro in meno in busta paga sono ben contento di averle perse. È stata una vera liberazione”. Ancora più pesante il commento di un altro operaio: “era un farabutto, ha abusato della nostra buona fede e della nostra pazienza. Noi siamo gente onesta, con mogli e figli a carico, si è comportato da delinquente e deve scontare per tutte le 'zozzerie' che ha commesso. Ci deve marcire in cella”. Molti operai hanno espresso solidarietà al giornalista Andrea Giuli aggredito al volto da un gruppetto di facinorosi.

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