La polizia lo aveva controllato alcuni giorni fa, per ben due volte nella stessa serata, in un primo momento quando era intervenuta al reparto di ostetricia dove la sua compagna, in stato di gravidanza, aveva chiesto di essere sottoposta a visita perché lamentava dei dolori. In quella circostanza l’uomo aveva iniziato a discutere animatamente con la donna costringendo il personale medico a chiamare il 113. Da accertamenti effettuati l’uomo, di nazionalità tunisina e con numerosi precedenti di polizia, era risultato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, tanto che in quell’orario non doveva trovarsi all’ospedale, bensì nell’abitazione dove scontava la misura.
In questo primo caso venne denunciato e riaccompagnato presso la casa che condivideva proprio con la compagna. Nella tarda nottata, l’uomo era uscito nuovamente dall’abitazione, pur non potendo, ma la polizia lo aveva controllato, mentre era intento a percorrere un tratto di strada, all’altezza del centro abitato di Olmo. Alla vista della pattuglia, non solo aveva cercato di evitare di farsi identificare, affrettando il passo, ma all’indirizzo degli agenti aveva proferito frasi strafottenti, sicuro che tanto non gli sarebbe potuto succedere nulla e che nonostante l’arresto a cui era stato sottoposto perché evaso dalla misura detentiva, sarebbe stato fuori l’indomani. Invece, proprio in ragione del comportamento tenuto, la misura della detenzione domiciliare gli è stata revocata dal Tribunale ed è stato nuovamente condotto in carcere, dove dovrà scontare la pena residua.