Un vero sistema, nel quale è coinvolto anche un magistrato umbro, Marco Petrini, presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro e presidente della Commissione tributaria.
Un sistema che vedrebbe coinvolti oltre a Petrini, che deve rispondere dei reati di corruzione in atti giudiziari, anche Emilio Santoro, Luigi Falzetta, l’ex consigliere regionale Giuseppe Prato Tursi, Francesco Saraco, Vincenzo Arcuri e Giuseppe Caligiuri.
Sesso e soldi
Gli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dalla Dda, hanno ricostruito il modo “disinvolto” di operare del giudice, che riceveva soldi, regali o intratteneva rapporti sessuali in cambio di sentenze ‘aggiustate’ o particolarmente benevole.
Alcuni avrebbero offerto al togato addirittura delle vacanze. Agli atti ci sarebbero poi, anche numerosi rapporti sessuali con almeno un’avvocatessa alla quale dispensava consigli e per la quale si sarebbe prodigato in sentenze non negative.
Il tutto ripreso dalle telecamere che gli investigatori avevano piazzato nell’ufficio della commissione tributaria, e che avrebbero ripreso i momenti in cui il giudice riceveva riceveva le tangenti e i momenti di “intimità”.
Difficile situazione economica
A spingere il giudice a questo tipo di comportamento ci sarebbero stati problemi di natura economica. Era un modo per lui per ricevere soldi contanti da non far passare nel circuito bancario, dove pare fosse in essere una importante scopertura.