Cronaca

Stroncone, assenteisti dal cartellino “facile” ecco come agivano i 7 arrestati in Comune

Sette dipendenti su 21 significa, un terzo dell’intero organico che agiva illecitamente ai danni dello Stato. È scattata questa mattina al sorgere del sole l’operazione “Badge in Comune“. L’indagine condotta dagli uomini del Comando Provinciale di Terni in stretta collaborazione con la Procura della Repubblica ha portato all’arresto di sette dipendenti del Comune di Stroncone.

La denuncia del primo cittadino. I lavoratori, tutti addetti all’autoparco, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e accusati di truffa aggravata in concorso. Le indagini sono partite dopo un esposto presentato dal primo cittadino Alberto Falcinelli. Il sindaco probabilmente non è riuscito a richiamare all’ordine i propri dipendenti che sistematicamente si assentavano dal lavoro o che venivano immortalati dalle telecamere di videosorveglianza nascoste dai carabinieri mentre timbravano i cartellini dei propri colleghi.

Chi andava a fare spesa e chi aveva un secondo lavoro. L’attività investigativa è partita nel mese di dicembre a seguito della denuncia presentata dal primo cittadino. Dopo mesi di pedinamenti gli uomini del Colonnello Giovanni Capasso hanno costruito un robusto quadro probatorio ai danni dei 7 impiegati “fannulloni”.  Alcuni dopo aver timbrato andavano tranquillamente a fare la spesa o tornavano a casa, altri, più operosi, avevano trovato addirittura un secondo lavoro.

“Tradivano lo Stato”.L’indagine – ha affermato il Procuratore Capo della Repubblica di Terni, dott. Alberto Liguori – ha permesso di accertare che un gruppo di operai appartenenti all’autoparco in maniera collettiva e continuativa aveva l’abitudine di attestare, nonostante l’assenza o il ritardo, la presenza dei colleghi sul luogo di lavoro mediante la timbratura del badge personale. Con rammarico – ha proseguito – abbiamo appreso che anche nella operosa Terni c’è chi tradisce lo Stato e la propria missione. Una truffa resa particolarmente odiosa dal quadro occupazionale di oggi caratterizzato da un’elevata disoccupazione“.

Le immagini delle telecamere spia hanno immortalato i dipendenti atti a svolgere con continuità e naturalezza una serie di illeciti. I video mostrano gli operai mentre estraggano dalla tasca più cartellini per attestare la presenza degli altri colleghi. Quattro dei sette dipendenti sottoposti ai domiciliari risiedono a Terni, due a Stroncone e uno a Narni. Il più giovane ha 36 anni mentre il più anziano 62. Per loro oltre l’imminente processo penale li aspetta anche il probabile licenziamento. Il loro fermo non dovrebbe pregiudicare i servizi del Comune di Stroncone nonostante il provvedimento riguardi 7 dei 21 dipendenti dell’Ente, un terzo. 

Danno all’immagine dell’Ente. I fatti contestati costituiscono chiaro danno economico alla Pubblica Amministrazione, peraltro in un momento di delicata e grave crisi generale, creando inoltre danno all’immagine per l’ente presso il quale detto personale è impiegato. Tutte le prove fattuali raccolte ed allegate alla richiesta della Procura della Repubblica risultano chiare ed esaustive e perfettamente conformi alle accuse riportate nel capo di imputazione redatto dal Pubblico Ministero procedente.

L’Attività di intercettazione Video e altre attività – è stato spiegato nel corso della conferenza stampa di questa mattina – hanno fornito prove certe della prassi ormai consolidata adottata dagli operai dell’autoparco del Comune di Stroncone che timbravano vicendevolmente i cartellini del personale che entrava in ritardo, uscivano in anticipo ed in alcuni casi erano completamente assenti dal servizio. 

La reiterazione e la tranquillità delle condotte illecite hanno ragionevolmente indotto gli inquirenti a ritenere che le stesse costituissero normale modus operandi degli operai dell’autoparco che non si sono fatti minimamente intimidire dall’accesso dei Carabinieri in Comune per l’acquisizione di documentazione. La condotta registrata appare peraltro un vero sfregio e spregio verso il proprio fortunato ruolo di dipendente pubblico e costituisce un affronto nei confronti di chi, in questo momento, vive il dramma della disoccupazione”.