Un laboratorio clandestino per la produzione di capi di abbigliamento, gestito da cinesi, è stato scoperto nella zona di Amelia dai militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Terni. La titolare, una donna cinese di 39 anni, è stata arrestata per sfruttamento di manodopera clandestina, costretta a lavorare anche di notte ed a vivere in un capannone in condizioni igieniche molto precarie. Per i sette uomini e quattro donne, di età compresa tra i 23 ed i 45 anni, tutti cinesi e clandestini, che lavoravano ''in nero'' nel laboratorio, sono state avviate le pratiche per l' espulsione dal territorio nazionale. Le indagini erano cominciate dopo che si era notato, nella zona di Amelia, una forte presenza di cinesi, con movimento di furgoni sospetti, e nelle scuole di bambini cinesi che ufficialmente risiedevano in altre localita. Le Fiamme gialle, dopo controlli, appostamenti e verifiche hanno puntato la loro attenzione su un capannone sospetto con le luci accese anche di notte. Attorno alle 23 di ieri sera vi hanno fatto irruzione, sorprendendovi gli 11 clandestini intenti a lavorare con macchine da cucire e telai. C' era anche la titolare dell' azienda poi arrestata. In una parte del capannone la guardia di finanza ha trovato anche spazi angusti utilizzati come dormitori realizzati con tramezzi in cartongesso, un notevole disordine e un precario stato igienico. La guardia di finanza sta ora svolgendo accertamenti fiscali anche per verificare la destinazione dei proventi dell' attività illecita. Nei giorni scorsi un altro laboratorio gestito da cinesi e con connazionali clandestini che vi dormivano e lavoravano in nero era stato scoperto a San Giustino .