Orvieto

Arredo Urbano Orvieto, Confcommercio chiede rinvio modifica Regolamento

Per sostenere i pubblici esercizi in difficoltà, il presidente di Confcommercio Orvieto Giuseppe Santi invita piuttosto il Comune a sollecitare la Regione perché modifichi la legge regionale sulle sagre

“A giugno, se l’andamento della curva epidemiologica non ci sorprenderà, si intravede la prospettiva di una concreta ripartenza per le attività di somministrazione al chiuso, anche grazie ad un graduale superamento del coprifuoco.

Arredo urbano, le perplessità

In questa ipotesi di normalizzazione – afferma Giuseppe Santi, presidente di Confcommercio Orvieto – si rafforzano ulteriormente le nostre perplessità circa la proposta di modifica al Regolamento in materia di arredo e decoro urbano nel Comune di Orvieto, concernente l’introduzione della possibilità di autorizzare la realizzazione di “dehors” chiusi.

Gli effetti prodotti dalla pandemia sull’intero settore dei pubblici esercizi rendono, ancor più che nel passato, particolarmente delicato il tema di un intervento pubblico che incide, in modo selettivo e forse non definitivo, sulla creazione di opportunità di business.

Come sottolineato in fase di consultazione – continua Giuseppe Santi – consideriamo più coerente l’ipotesi di rinvio della modifica proposta e di ulteriori approfondimenti, anche in funzione della definizione di possibili fattori perequativi che in qualche modo riescano a compensare eventuali vantaggi/svantaggi tra operatori di uno stesso settore“.

QUALITA URBANA DEL CENTRO STORICO

Confcommercio considera particolarmente strategiche le politiche e le azioni volte a tutelare la qualità urbana del centro storico cittadino. “Con riferimento al Regolamento – riprende Santi – riteniamo quindi importante che l’amministrazione comunale abbia disciplinato i canoni estetici relativi agli arredi esterni allestiti dai pubblici esercizi, in conseguenza dell’occupazione di suolo pubblico. Allo stato attuale, però, nonostante il Regolamento vigente già prevedesse tali criteri, gli operatori ci fanno notare che le prescrizioni, in fase autorizzativa, non sono state realmente applicate dall’Ente”.

La ricerca di una adeguata armonizzazione degli arredi esterni con l’ambiente circostante, nonché una certa omogeneità nel caso di più autorizzazioni in una stessa area della città rappresentano elementi imprescindibili in termini di qualità urbana, anche se ovviamente si presuppone che, stante la situazione attuale, si proceda gradualmente al riallineamento.

Confcommercio ritiene inopportuna la modifica al Regolamento, oggetto della proposta al Consiglio Comunale, per gli effetti che la stessa può generare sul piano della concorrenza tra i diversi operatori. Siamo in una fase in cui le attività sono in fortissima sofferenza ed è evidente che si rischia di avvantaggiare solo pochi, tanto più che l’urgenza della modifica viene meno in quanto si delinea la possibilità di somministrare anche al chiuso.

Tra l’altro, per effetto dei provvedimenti governativi legati all’emergenza da COVID19, molti dei vincoli posti dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali con riferimento ai “dehors chiusi”, sembrerebbero superabili, ma non vi è alcuna certezza che tale regime di deroga possa permanere con l’auspicato ritorno alla normalità.

“A fronte di una simile prospettiva – sottolinea Giuseppe Santi – ovviamente esprimiamo forte preoccupazione per gli effetti economici che tale indeterminatezza potrebbe provocare sulle attività che dovessero sostenere investimenti per la realizzazione di simili strutture”.

URGENTE LA RIFORMA DELLA LEGGE SULLE SAGRE

Per dare immediato e concreto sostegno al comparto dei pubblici esercizi, Confcommercio considera fondamentale e strategico che anche l’Amministrazione comunale si attivi ufficialmente con la Regione Umbria chiedendo con urgenza la rivisitazione della normativa in materia di sagre, per le quali Fipe Confcommercio chiede uno stop per l’anno 2021. La riforma della legge regionale, in particolare, dovrebbe vincolare la finalità della sagra alla valorizzazione di un prodotto tipico locale e, conseguentemente, la somministrazione dovrebbe riguardare esclusivamente pietanze che hanno quel prodotto tra gli ingredienti.