La sezione regionale di controllo della Corte dei conti dell’Umbria parifica il bilancio della Regione Umbria 2023 ma solleva una questione di legittimità costituzionale sul finanziamento dell’Arpa con 14 milioni di euro presi dal fondo sanitario e dunque “sottratti” alla sanità umbra. Un provvedimento previsto da una legge regionale del 1998 ed applicato dalla Giunta Tesei, oggetto però di rilievi appunto da parte della Procura regionale della magistratura contabile, fatti propri dal collegio presieduto da Antonello Colosimo.
Una criticità che era emersa già a luglio, quando il bilancio regionale 2023 era stato stoppato dalla stessa Giunta regionale con l’atto che poi era stato riproposto, pretendendo un accantonamento dei 14 milioni di euro contestati, dopo i rilievi allora della Corte dei conti.
“In merito al trasferimento annuale di risorse a valere sul Fondo sanitario nazionale all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA), – si legge nella relazione odierna della Corte dei conti – si segnala, in particolare, la sottoposizione al contraddittorio delle parti, Regione e Procura regionale, della questione circa la conformità al dettato costituzionale dell’art. 16 della l.r. 6 marzo 1998, n. 9 nella formulazione vigente ratione temporis (ora modificato con l.r. n. 12/2024), norma di finanziamento delle funzioni dell’ARPA umbra, in particolare alla luce dei principi affermati dalla Corte costituzionale con sentenza n. 1/2024, nonché della rilevanza, a fini decisori, della valorizzazione a rendiconto 2023 di un accantonamento di importo pari al finanziamento erogato, che la Regione ha cautelativamente previsto al fine di “far fronte all’eventuale rischio di copertura con fondi regionali del finanziamento erogato nell’esercizio 2023”. Sul punto la Regione ha fornito deduzioni e documentazione a supporto con note dell’8 luglio e del 30 settembre 2024, sostenendo la legittimità del trasferimento e la conformità a Costituzione della normativa regionale, confermando la propria posizione anche in sede di adunanza del 3 ottobre 2024; la Procura regionale, che già in sede di contraddittorio orale del 4 luglio 2024 aveva segnalato la rilevanza della questione, ha illustrato le proprie argomentazioni nell’adunanza del 3 ottobre 2024, rinviando alle conclusioni formulate nella requisitoria depositata l’8 luglio 2024, chiedendo che venga sollevata questione di legittimità costituzionale della norma di finanziamento dell’ARPA Umbria e non parificato il relativo capitolo di spesa (n. 2490)”.
La parifica del bilancio regionale con la sospensione però della parte in cui l’Arpa viene finanziata dai fondi destinati alla sanità, ha scatenato le opposizioni, nell’ambito della campagna elettorale per le regionali. La candidata governatrice del centrosinistra Stefania Proietti evidenzia: “Dopo un lungo elenco di critiche ed eccezioni sostanziali, la mancata parifica di parte del bilancio sanitario regionale e l’aver posto la questione di legittimità costituzionale da parte della Corte dei Conti sancisce pesantemente l’incapacità gestionale e amministrativa delle risorse da parte della Giunta Tesei. Dopo la ‘sospensione’ di luglio da parte della Corte dei Conti, la parziale ‘bocciatura’ di oggi conferma l’approssimazione e la scarsa capacità di governo di questa destra su temi che non sono soltanto contabili, ma riguardano la vita vera delle persone, come la salute e la sanità pubblica”.
Non si fa attendere però la replica della stessa Regione Umbria. La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per l’Umbria, stamani 11 ottobre, ha parificato il rendiconto generale della Regione Umbria per l’esercizio 2023 con un’unica eccezione di tipo giuridico, rimessa al giudizio della Corte Costituzionale, relativa all’articolo 16 della legge regionale 9/98 con cui è stata istituita l’ARPA Umbria: lo comunica la Regione Umbria, precisando che, ad eccezione della parte afferente ad Arpa, il rendiconto della Regione è stato approvato dopo essere passato al vaglio del collegio dei giudici della Corte.
Alla luce della problematica sollevata anche a livello nazionale e per l’Umbria su una legge risalente a 26 anni fa, la Regione Umbria, contando su un bilancio sano e solido, aveva già deciso di agire comunque in via prudenziale e cautelativa rispetto al rilievo del 4 luglio della Procura della Corte dei Conti, prevedendo un accantonamento cautelativo e prudenziale di 14,2 milioni di euro, pari all’importo trasferito dal fondo sanitario regionale all’Arpa.
Di conseguenza, la Regione sottolinea che il rilievo della Corte e la conseguente remissione alla Corte Costituzionale, è di carattere giuridico rispetto al contenuto di tale norma essendo garantito da parte del bilancio regionale, grazie alla sua solidità ed ai positivi risultati ottenuti, con la costituzione del fondo di accantonamento il rispetto dei principi di prudenza e cautela, l’equilibrio del bilancio regionale e parimenti l’equilibrio del bilancio della sanità regionale.