Wwf e Italia Nostra Terni
Signor Ambasciatore,
da molti anni la Regione dell’Umbria e la città di Terni in particolare coltivano proficue relazioni industriali con gruppi produttivi tedeschi di fama mondiale, con reciproci benefici per le sorti delle nostre nazioni in Europa. Da qualche tempo, però, le cose sembrano essere talora cambiate.
Al di là delle strategie delle singole aziende per competere nel mercato globale, gli scriventi La contattano in specifico riferimento a due situazioni che potrebbero danneggiare interessi sommamente tutelati in Italia e nel Continente: il paesaggio, protetto dall’art. 9 della nostra Carta, ma difeso anche dalla relativa Convenzione europea; la salute umana, preservata conformemente all’art. 32 della Costituzione italiana, così come dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione.
L’acciaieria di Terni, AST-Thyssen Krupp, dà lavoro a oltre 2.800 persone, con un indotto che ne coinvolge molte migliaia di altre. E’ la realtà più significativa dell’Umbria per PIL prodotto.
In queste settimane è emerso che l’azienda vorrebbe estendere le discariche dei propri rifiuti industriali anche in direzione della Cascata delle Marmore, un tempo tappa ineludibile di quel romantico Grand Tour che ebbe in Johann Volfgang von Goethe il suo più alto protagonista; è tuttora luogo vocato alla candidatura UNESCO WHL. Ebbene, stupisce che l’impresa stia altresì tardando nel recupero scorie, diversamente da quanto imposto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale del 2010: si ridurrebbe o annullerebbe il conferimento in discarica, rendendo superflua la richiesta di espansione della zona di scarico, che, qualora assentita, significherebbe un grave sfregio al paesaggio.
Le aree in questione, peraltro, non soltanto sono ormai in via di esaurimento, ma soprattutto, dal 2001, fanno parte della lista dei 57 siti nazionali da bonificare, con criticità dovute a molteplici infiltrazioni di metalli pesanti nei suoli, episodi già noti alle cronache nazionali.
Terni, accettando di scambiare la propria forza lavoro per un dignitoso salario, paga un prezzo ambientale e, talvolta, sanitario. Oggi, in un’ottica di sostenibilità europea, chiediamo la Sua autorevole intercessione presso il Gruppo di Essen, perché almeno receda dal citato proposito, conformandosi viceversa alle migliori tecniche già disponibili in tal senso.
La seconda azienda tedesca su cui desideriamo la Sua pregiata attenzione è SGL Carbon di Narni (Terni): il management ha qui deciso di chiudere l’intero stabilimento, pur essendo l’unico in Italia per la produzione di elettrodi di elettrografite per la fusione dell'acciaio al forno elettrico.
L’azionista di maggioranza, Gruppo BMW, apprezzato per responsabilità sociale d’impresa, per qualità dei processi produttivi e di politica ambientale, abbandonerebbe così centinaia di persone.
Per nostra parte chiederemo l’immediata e doverosa applicazione della conseguenza legale prevista: il ripristino delle aree allo stato quo ante, con costi a carico dell’azienda dimissionaria.
La preghiamo gentilmente di rappresentare in via ufficiale quanto qui esposto al CEO di BMW, ing. Norbert Reithofer, alle famiglie Quandt e Klatten, considerando che i vertici del Gruppo non sembrano affatto informati di tali scelte, nonché delle ricadute sul piano dell’immagine generale della Germania in Italia. Eppure, se Goethe, col suo lungimirante cuore di poeta, oggi tornasse, forse scorgerebbe ancora tra i nostri due popoli uno stesso comune destino.
Nel ringraziarLa anticipatamente per l’interesse mostrato e in fiduciosa attesa di un Suo concreto riscontro, si resta a disposizione. Molti cordiali saluti