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APPROVATA MANOVRA DI BILANCIO 2010 DELLA PROVINCIA DI TERNI. OPPOSIZIONE CRITICA IL DOCUMENTO E VOTA CONTRO

Il Consiglio provinciale di Terni ha approvato il rendiconto di gestione 2010 con i voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari dell'opposizione. L'avanzo di amministrazione ammonta a circa 1.360.000 euro. Le entrate tributarie sono state di poco superiori ai 21 milioni di euro, mentre si è registrata una diminuzione generalizzata delle spese, comprese quelle del personale, e dei trasferimenti correnti, soprattutto per la formazione professionale. Illustrando la manovra, il vice presidente della Provincia con delega al bilancio Vittorio Piacenti d'Ubaldi ha sottolineato “lo scenario complessivo di grande criticità e di forte cambiamento dovuto ai tagli agli enti locali e alle incertezze relative al federalismo fiscale”. Piacenti d'Ubaldi ha affermato che “il rendiconto denota ancora una volta una buona struttura finanziaria dell'ente confermando i positivi andamenti degli anni passati e rispettando ancora il Patto di stabilità”. Per quanto concerne l'avanzo di amministrazione le risorse accertate verranno in larga parte utilizzate per finanziare i settori chiave dell'amministrazione, come l'edilizia scolastica, la viabilità, l'ambiente e i trasporti. Gabriella Caronna (Pdl) ha bocciato la manovra. “Dimostra – ha dichiarato – ancora una volta l'incapacità di investimento dell'amministrazione e l'eccesso di spese inutili anche con il continuare nella partecipazioni a società ormai improduttive. L'Icsim ad esempio – ha detto la Caronna – non ha prodotto nulla e non ci sono ancora scelte oculate anche sul versante del turismo”. “Questa manovra – ha dichiarato Andrea Sacripanti (Pdl) – dimostra il fallimento del presidente Polli per via di una gestione ragionieristica e di un ruolo subalterno a logiche che si sviluppano in altre sedi diverse dalla Provincia”. Zefferino Cerquaglia (Psi) ha chiesto “un cambio di marcia riorganizzando i servizi dell'ente e razionalizzandone i costi”. “La manovra di bilancio – ha detto invece Francesco Abbate (Pdl) – è figlia di un profilo politico incerto e timido che denota una classe dirigente incapace di programmazione politica e una coalizione di centrosinistra frammentata e litigiosa che non solo non riesce a definire un bilancio concreto, ma, a livello più generale, riflette l'incapacità della classe dirigente locale di progettare un futuro per questo territorio. Noi non vogliamo solo dire di no, come Pdl abbiamo fatto proposte per le riforme endoregionale e altre iniziative hanno preso forma solo grazie al nostro contributo, ma adesso aspettiamo risposte da parte del centrosinistra”. “Questo bilancio – ha osservato Carlo Ottone (Pd) – deve servire per aprire una discussione ampia e diffusa che faccia da traino per scelte di rilancio all'interno della riforma federalista che il governo ancora stenta a far decollare. Sui processi di cambiamento la Provincia, per il rango che la caratterizza, può e deve giocare il ruolo specifico che le compete”. “Nonostante che si siano persi in pochi anni 8 milioni di trasferimenti statali, la Provincia è riuscita a tenere sui settori strategici. Ora è il momento che la stessa Provincia metta a disposizione di questa comunità un punto di vista diverso e un momento di discussione e raccordo vero per una nuova visione di sviluppo del territorio che contribuisca a che a ricostruisca quell'identità collettiva che si rischia di perdere”.