Poter leggere la storia di un territorio nelle testimonianze ancora visibili accumulatesi nei secoli, nei passaggi scanditi dalla microeconomia locale che si è progressivamente adattata al nuovo, negli edifici e nel paesaggio modellati dall'uomo; fino a preservare l'identità culturale della gente che lì continua a vivere mettendo a frutto le sue tradizioni, i suoi saperi le antiche tecniche manuali. E' la filosofia degli Ecomusei che la Regione, con una legge approvata oggi dall'Assemblea di Palazzo Cesaroni (16 sì della maggioranza e 6 astenuti), introduce anche in Umbria, in primo luogo a sostegno di alcune realtà già avviate in Valnerina, a Monte Tezio di Perugia e lungo il Tevere, ma anche per muoversi sulla scia degli Ecomusei nati in Francia negli anni '70 e più recentemente realizzati in Piemonte, Veneto, in Lombardia e nella vicina Toscana. I gruppi del centrodestra, pur condividendo le finalità della legge, hanno motivato l'astensione giudicando “debole e inefficace” la norma finanziaria. Illustrando il disegno di legge di iniziativa della Giunta, il relatore di maggioranza Enzo Ronca, presidente della terza Commissione, ha detto: “LA NORMATIVA OLTRE A DISCIPLINARE LE ESPERIENZE GIÀ NATE IN UMBRIA INTRODUCE UNA TIPOLOGIA TOTALMENTE DIVERSA DAL MUSEO TRADIZIONALE. La realizzazione di un Ecomuseo richiede, infatti, un'operazione culturale che coinvolge in modo attivo i residenti di un'area, le loro memorie di vita e i patrimoni materiali ed immateriali utilizzati nel tempo, fino a far vivere e valorizzare le risorse ambientali e i saperi che caratterizzano da sempre quel contesto”. Ricordando l'iter del disegno di legge, Ronca ha spiegato che in Commissione si è voluto prevedere un ruolo attivo anche per del Consiglio regionale e per la stessa Università agli studi che potrà garantire la presenza di esperti qualificati nella fase di creazione di ogni Ecomuseo. Per Ronca la mancanza di finanziamenti specifici per far decollare la legge non è un limite, ma uno stimolo a far sì che “tutti i soggetti coinvolti nell'avvio del progetto di Ecomuseo mettano in campo le proprie energie e creino le condizioni per accedere a tutte le possibili fonti di finanziamento”. Per Massimo Mantovani (FI) relatore di minoranza: “IL CENTRODESTRA CONDIVIDE LE FINALITA' DELLA LEGGE MA NE GIUDICA INEFFICACI LE NORME FINANZIARIE – i rilievi mossi attengono la reale possibilità di attuare una proposta che appare più una ‘legge manifesto', priva di chiare fonti di finanziamento, che non un concreto strumento che consenta di istituire una rete museale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale, etnologico regionale. L'Umbria arriva tardi con questo disegno di legge e gran parte dellle ‘ricchezze' locali sono andate perse: molte Pro Loco e pochi Comuni si sono attivati per salvaguardare questo patrimonio. Altre regioni come la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte hanno da tempo approvato norme che hanno permesso di mantenere vive tradizioni, culture e ambienti naturali e che, a differenza di quanto si dispone nel nostro testo, hanno individuato meccanismi di finanziamenti adeguati. In sede di commissione siamo riusciti però ad assicurare un'adeguata rappresentanza dell'Università e ad allargare anche la presenza di esperti nel comitato scientifico; come pure è significativo l'aver ampliato anche ai soggetti imprenditoriali privati la possibilità di partecipare alla gestione degli ecomusei”. LAMBERTO BOTTINI (assessore all'ambiente): “GLI ECOMUSEI CALZANO PERFETTAMENTE CON L'UMBRIA, CON IL SUO TERRITORIO, LA SUA CULTURA DELLA SOSTENIBILITÀ, LE SUE ESIGENZE DI TUTELA. Con questa legge si offre un protagonismo alle comunità locali rendendole partecipi del proprio futuro. Il disegno di legge nasce da una sinergia con gli assessorati all'agricoltura e alla cultura. Tiene conto dei musei esistenti, delle aree protette e dei centri di educazione ambientale. Si seguiranno le esperienze di valore che in Lombardia, in Trentino e prima ancora in Francia sono state portate avanti con successo. Cercheremo di intrecciare i valori di ambiente, cultura e paesaggio e di sostenere economicamente le opportunità di questa legge”.Mantovani (Replica): “Gli Ecomusei possono avere un ruolo positivo per molti territori, per ricostruire una immagine della nostra regione, coniugando il recupero del passato con le nuove costruzioni. In Trentino questa cultura c'è e si vede, mentre in Umbria questo è mancato e gli Ecomusei possono spingere verso la qualità turistica, architettonica e urbanistica. Per quanto riguarda la copertura finanziaria: per i sistemi ecomuseali più complessi sarebbe doveroso un intervento di sostegno diretto da parte della Regione”.I CONTENUTI DELLA LEGGE. La legge supera il concetto tradizionale ed asettico di museo, inteso come luogo chiuso dove esporre opere d'arte – e soprattutto testimonianze della cultura materiale – isolandole dal contesto originario, favorisce la diffusione degli Ecomusei, come strumenti per tramandare, valorizzare e rafforzare i legami museo-comunità e uomo-territorio. Per la normativa umbra che di fatto aggiorna le esperienze legislative di altre realtà italiane, spesso molto diversificate, gli ecomusei dovranno coinvolgere gli abitanti dell'area interessata, la loro memoria storica, i beni materiali e immateriali, l'ambiente e il paesaggio, i saperi e le pratiche delle popolazioni locali, puntando alla sostenibilità del progetto Ecomuseo. In termini operativi saranno le singole comunità locali ad istituirli coinvolgendo nella gestione le Province territorialmente competenti, i Comuni singoli o associati, le Comunità montane, o altri organismi pubblici e privati creati per questo scopo. Tra le particolarità della proposta di legge che auspica uno stretto legame con il sistema Parchi, è previsto un “Comitato tecnico-scientifico” cui spetta di valutare la rispondenza dei richiedenti ai criteri e alle caratteristiche degli Ecomusei e un Forum degli operatori inteso come sede di dibattito, di elaborazione di proposte e di scambio, anche con altre regioni. Per le diverse iniziative, oltre ad utilizzare il logo della rete regionale, gli “Ecomusei” potranno dotarsi di un proprio marchio.Strumenti operativi per la loro istituzione sono il Comitato tecnico scientifico regionale e il Forum degli operatori del settore che costituisce sede di dibattito e di confronto con realtà similari attive anche in altre regioni.
APPROVATA LA LEGGE SUGLI ECOMUSEI
Mer, 12/12/2007 - 10:27