Aggiornare le definizioni di ecomusei inserendo anche i concetti dello sviluppo sostenibile e di educazione alla sostenibilità, nell'ambito dei programmi rivolti alla implementazione della cultura della sostenibilità sociale, economica ed ambientale nella comunità umbra; riconoscere gli ecomusei vincolandoli al consenso delle istituzioni locali; individuare un Comitato tecnico scientifico incaricato di verificare la rispondenza dei richiedenti alle caratteristiche e alle finalità degli ecomusei. Sono queste le finalità della legge approvata oggi dalla Terza Commissione (politiche sociali, istruzione, cultura) di Palazzo Cesaroni.Per ecomuseo si intende – spiega la legge – “un laboratorio per creare un futuro condiviso della comunità di riferimento, in cui il concetto di sviluppo sostenibile è il paradigma che connota una nuova visione dello sviluppo di un territorio, nell'ambito del quale la sostenibilità significa non solo attenzione alla conservazione ma anche e soprattutto perpetuare i legami uomo territorio. Una occasione per misurarsi con la tendenza all'idealismo come risposta alla globalizzazione e viceversa fare delle identità e delle diversità una spinta per un modello diverso di globalizzazione”.Al termine della seduta, che la Commissione ha affrontato in sede redigente, votando articolo per articolo, il testo proposto dalla Giunta è stato modificato chiarendo il ruolo dell'Università; ribadendo la funzione di controllo del Consiglio regionale; inserendo i dialetti e le tradizioni gastronomiche tra i patrimoni immateriali da valorizzare e le Pro loco tra i soggetti da coinvolgere; prevedendo la possibilità, per il Comitato tecnico, di invitare alle sedute esperti o persone interessate.”La Regione – spiega il presidente della Commissione, Enzo Ronca (che sarà anche relatore di maggioranza della norma) – promuove e disciplina gli ecomusei istituiti sul proprio territorio allo scopo di ricostruire, testimoniare e valorizzare, con il coinvolgimento attivo degli abitanti, la memoria storica, la vita, i patrimoni materiali e immateriali, le forme con cui sono state usate e rappresentate le risorse ambientali, i paesaggi che ne sono derivati, i saperi e le pratiche delle popolazioni locali e le loro trasformazioni nel tempo. Agli ecomusei verrà inoltre affidata la ricostruzione di contesti di vita e il mantenimento o il recupero di attività tradizionali locali che possono creare occasioni d'impiego e produrre beni o servizi oltre alla trasmissione dei “saper fare” locali e delle tecniche operative degli antichi mestieri, anche attraverso il sostegno ai laboratori artigiani e la creazione di botteghe-scuola”.I rappresentanti del centrodestra hanno condiviso le finalità della legge ma hanno sollevato alcuni rilievi riassunti dal consigliere Massimo Mantovani (Forza Italia), che sarà anche relatore di minoranza: “Non riteniamo convincenti gli articoli della legge sul Comitato tecnico (non vengono individuati con chiarezza i soggetti che ne faranno parte), sulla norma finanziaria (in altre regioni non è previsto il pagamento di un gettone di presenza) ed abbiamo il timore che si possa generare confusione tra istituzioni e tra queste e i privati per quanto riguarda la gestione. Non vorremmo che fosse l'ennesimo esempio di dirigismo che soffoca la sussidiarietà orizzontale”.
APPROVATA LA LEGGE CHE RICONOSCE GLI ECOMUSEI
Gio, 22/11/2007 - 17:18