Terni

Appena trasferito nel carcere di Terni dà fuoco alla cella: 6 agenti feriti e intossicati

Appena trasferito dal carcere di Livorno a quello ternano di Vocabolo Sabbione ha devastato la sua cella e poi ha appiccato il fuoco. E’ di sei agenti feriti o intossicati il bilancio delle “gesta” di un nuovo ospite del carcere ternano, che ha creato il panico all’interno della semisezione di prima accoglienza.

A denunciare l’accaduto, in una nota, il sindacato Fp Cgil di polizia penitenziaria. Che torna a rilevare l’assenza di personale. A cui si è aggiunta una “cattiva gestione dei detenuti da parte del Provveditorato di Firenze”.

Il detenuto, di origine magrebina, ha problemi psichiatrici. Ed è stato trasferito in un carcere, quello di Vocabolo Sabbione, dove lavorano 200 poliziotti per 530 detenuti. Con alcuni dei disordini dello scorso ottobre che ancora non sono stati trasferiti.

Anche il Sarap, nell’esprimere solidarietà ai poliziotti rimasti feriti, torna a chiedere una rapido intervento sulla struttura di Terni. “Oggi, l’organico di polizia penitenziaria al Sabbione è sotto il livello minimo – denuncia Roberto Esposito, segretario nazionale del Sarap – anche perché il personale si trova a dover svolgere attività diverse da quelle del proprio profilo professionale”.

La lite tra detenuti ubriachi

Ma l’incendio della cella non è stato l’unico grave episodio che si è verificato nel carcere di Terni nelle ultime ore. Racconta infatti Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Dopo il grave incendio, che avrebbe potuto causare una tragedia in carcere, due detenuti, uno straniero con problemi psichiatrici e l’altro italiano, palesemente ubriachi, si sono resi protagonisti di una lite per la quale si è reso necessario l’intervento dei poliziotti. I due avevano bevuto della grappa, prodotta evidentemente in cella con la frutta macerata. Il SAPPe esprime la propria solidarietà agli agenti feriti e contusi nel carcere ternano e auspica che il prima possibile si intervenga sulle aggressioni al personale di polizia penitenziaria oramai saturo di ciò che sta subendo”. 

Tuona Capece: “Basta! A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati”.

(aggiornamento ore 13.40)