Cronaca

Appalto gestione parcheggi, Consiglio di Stato accoglie ricorso del Comune

La gara d’appalto emessa dal Comune di Orvieto per la gestione dei parcheggi automatizzati è legittima. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato (presidente Carlo Saltelli, a latere Paolo Giovanni Nicolò Lotti, estensore, Raffaele Prosperi e Alessandro Maggio) con sentenza pubblicata il 3 aprile.

Tutto era iniziato poco più di un anno fa, quando la Provincia di Terni, quale Centrale di Committenza del Comune di Orvieto, aveva pubblicato una gara avente ad oggetto il “servizio gestione e controllo di tutte le attività di funzionamento delle aree di sosta automatizzata ed impianti di risalita meccanizzata ed altri servizi accessori da svolgersi all’interno delle aree, dei parcheggi e degli immobili del Comune di Orvieto“.

Un appalto del valore di 114.750 euro annui più Iva per tre anni, rinnovabile per altri 3. Le domande sarebbero dovute scadere il 10 aprile 2017, ma il ricorso di un’azienda, la Securpool, aveva portato prima al provvedimento cautelare della sospensione del bando di gara da parte del Tar, un anno fa, quindi all’ammissione del ricorso annullando la gara, a maggio dello scorso anno.

Secondo il tribunale amministrativo regionale dell’Umbria, il Comune di Orvieto aveva sbagliato a non frazionare i servizi previsti. La società ricorrente lamentava infatti la violazione del nuovo codice dei contratti pubblici, in quanto la disomogeneità dei servizi di sorveglianza e pulizia oggetto di gara e la loro mancata suddivisione in lotti funzionali, avrebbe prodotto effetti limitativi della concorrenza a danno delle piccole e medie imprese, tra cui la ricorrente. Una tesi che era stata accolta dal Tar, che quindi aveva annullato la gara a maggio 2017.

Il Comune di Orvieto, però, ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, che ora gli ha dato ragione. Ricorso nel quale, tra l’altro, la Securopool non si è costituita in giudizio. Secondo la Sezione Quinta del Consiglio di Stato, in particolare, “l’adozione dell’opzione del lotto unico risulta ragionevole perché la commessa riveste carattere unitario, in quanto sia il servizio di gestione e controllo sia il servizio complementare di pulizia hanno ad oggetto le medesime aree di parcheggio e i medesimi impianti di risalita”, tanto più che “si tratta di servizi che rispondono alla medesima finalità di garantire il corretto funzionamento e la migliore fruibilità del sistema integrato composto da parcheggi e impianti di mobilità alternativa” e che le  “attività prestazionali oggetto dei suddetti servizi non esigono specializzazioni, né qualifiche particolari che impongano, giustificano o rendano anche solo opportuna una suddivisione in lotti”. I giudici nella sentenza evidenziano poi che la motivazione relativa all’accorpamento dei servizi oggetto di affidamento risulta “puntualmente enunciata” dall’Amministrazione comunale nella delibera di Giunta  n. 322 del 27 dicembre 2016 di approvazione del capitolato d’oneri, con “motivazione ampia e condivisibile”.

“La decisione risulta ampiamente satisfattiva perché ha accolto in pieno le nostre difese – è il commento dell’avvocato Lietta Calzoni del foro di Perugia, che ha assistito l’amministrazione comunale in giudizio – riconoscendo la totale legittimità e correttezza della disciplina di gara congegnata dal Comune di Orvieto”. 

“A nome dell’Amministrazione – dichiara l’assessore comunale alla Mobilità, Andrea Vincenti – esprimo il più vivo compiacimento per questa sentenza che liquida in via definitiva ogni dubbio circa la correttezza dell’operato del Comune. Abbiamo sempre creduto con fermezza nella necessità di tenere aperti il più possibile gli impianti di mobilità alternativa, in particolare gli ascensori del Parcheggio di Campo della Fiera, e grazie all’impegno del personale comunale siamo riusciti a raggiungere il risultato attraverso la procedura più rispondente alle necessità dell’ente, come anche il Consiglio di Stato ha riconosciuto. Desidero ringraziare gli uffici per l’ottimo lavoro svolto e per il supporto allo Studio Legale Calzoni che ci ha assistiti in giudizio così brillantemente, fino al pieno riconoscimento delle nostre ragioni”.