Dieci persone arrestate, cinque in carcere e altrettante ai domiciliari, 31 indagati a piede libero e sequestro di beni per equivalenti 200 mila euro. Sono alcuni dei numeri dell’inchiesta che il Nucleo di polizia tributaria e il Gico della Guardia di Finanza hanno portato a termine su Anas, coordinati dalla Procura di Roma che sta lambendo anche l’Umbria.
Sono complessivamente dieci le ordinanze di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere, alla corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri di ufficio, dall’induzione indebita a dare o promettere utilità al voto di scambio.
Arrestati e indagati. ‘Deus ex machina’ del sodalizio criminoso è secondo l’accusa Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del coordinamento tecnico amministrativo di Anas Spa. In carcere con la dirigente anche gli altri funzionari Anas, Oreste De Grossi (capo del servizio incarichi tecnici della condirezione generale tecnica), Sergio Serafino Lagrotteria (dirigente area progettazione e nuove costruzioni) e i funzionari ‘di rango minore’ Giovanni Parlato e Antonino Ferrante. Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti l’ex sottosegretario al ministero delle Infrastrutture, durante il governo Prodi, Giuseppe Luigi Meduri, l’avvocato catanzarese Eugenio Battaglia, e tre imprenditori, Concetto Logiudice Bosco, Francesco Domenico Costanzo e Giuliano Vidoni.
Il gip ha disposto inoltre un sequestro preventivo per equivalente nei confronti di tutti i dipendenti pubblici per 200 mila euro. La Guardia di finanza ha seguito questa mattina una novantina di perquisizioni in Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Friuli, Toscana, e Umbria appunto oltre al Piemonte, Veneto e Abruzzo.