Il consigliere regionale del Pdl, Andrea Lignani Marchesani ha annunciato oggi la notizia dell’avvenuta pubblicazione della sentenza del Tar dell’Umbria che “accoglie le ragioni di una società che aveva partecipato al ‘bando di gara per l’affidamento del servizio di pulizia e sanificazione delle strutture ospedaliere e territoriali della ASL 1 dell’Umbria per la durata di anni sei’ e che non era risultata vincitrice”. “Il Tar – spiega Lignani Marchesani – ha disposto l’annullamento del provvedimento (datato 30 dicembre 2010) con cui il direttore generale dell’Asl 1, che allora era l’attuale direttore regionale della sanità Emilio Duca, aveva approvato gli atti della gara e conseguentemente disposto l’aggiudicazione dell’appalto, nonché di altri atti correlati. In buona sostanza – aggiunge – il Tar, nelle motivazioni della sentenza, ha intravisto una ‘scarsa trasparenza’ nella modalità con cui la Commissione aggiudicatrice ha valutato, dandone conseguentemente un punteggio, i parametri presentati dalle varie ditte concorrenti”.
L’esponente del Pdl rimarca che “il 30 dicembre 2010 era direttore generale dell’ASL 1, cioè colui che ha firmato materialmente i vari atti, il dottor Emilio Duca, che ora ricopre la carica di Direttore Regionale della macro-area ‘Salute, coesione sociale e società della conoscenza’ su mandato della Giunta regionale”. In relazione a questa vicenda Lignani Marchesani annuncia quindi di aver presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere “come si intenda procedere, in considerazione del caso in oggetto, viste le motivazioni della sentenza del T.A.R. dell’Umbria sopra ricordata, nella valutazione della figura dell’attuale direttore regionale responsabile della macro-area “Salute, coesione sociale e società della conoscenza”.
“Come purtroppo ben noto – prosegue Lignani Marchesani-, negli ultimi mesi la magistratura ha condotto e sta ancora conducendo, proprio nel mondo della sanità umbra, una serie di indagini che hanno tra l’altro portato all’attuale situazione in cui la presidente Marini ha avocato a sé le competenze in materia. Sarebbe perciò estremamente necessaria massima trasparenza e massima attenzione in qualsiasi atto o provvedimento in materia di sanità. Nel caso in questione dunque – conclude -, ‘delle due l’una’: o c’è stata poca trasparenza o c’è stato poco controllo e leggerezza da parte dei vertici dell’ASl 1”.