Dopo l'arresto del generale Liporace, nelle carte compare il nome dell'ex sottosegretario, che avrebbe intascato 12mila euro da un imprenditore
Spunta anche il nome di Gianpiero Bocci, secondo quanto rilevato dal Tg La7, in possesso delle carte, nell’inchiesta sulla presunta corruzione nei Ministeri e al Vaticano di cui ètitolare il pm di Milano Paolo Storari. Inchiesta, quella condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano, che ha portato all’ordinanza con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari per il generale Oreste Liporace, comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri di Velletri per corruzione, turbativa e false fatture.
Con il generale dei carabinieri finito ai domiciliari anche l’imprenditore Ennio De Vellis, che più volte compare nelle carte dell’inchiesta. Altri due imprenditori, i fratelli Massimiliano e William Fabbro, avevano collaborato, svelando importanti particolari che hanno consentito alle indagini di progredire.
Un’inchiesta che era partita dalla denuncia di un dipendente di Fiera Milano Spa e che ora si sta allargando a macchia d’olio, su presunte mazzette e favori (dalle assunzioni di amici e parenti ai biglietti per l’Olimpico) in cambio di appalti per commesse e lavori nei Ministeri e in Vaticano.
Bocci indagato, perquisita l’abitazione di Perugia
Un copioso faldone di carte e trascrizioni di intercettazioni, quello di cui è venuto in possesso La7, in cui compare appunto anche il nome di Gianpiero Bocci, che in tre Governi ha ricoperto l’incarico di sottosegretario agli Interni.
L’ex segretario umbro del Pd, che proprio mercoledì è stato condannato in primo grado per associazione per delinquere per la cosiddetta Sanitopoli umbra, in questo caso viene accusato dai pm milanesi di aver intascato 12mila euro in cambio di presunti aiuti per ottenere un appalto per servizi di facchinaggio, del valore di 60mila euro, all’impresa di De Vellis. Bocci, che è difeso dall’avvocato Alessandro Cannevale, ritiene che quei 12mila euro, regolarmente fatturati, erano il provento di consulenze fatte quando non aveva incarichi politici.
L’abitazione perugina dell’ex sottosegretario è stata perquisita, con verifiche su cellulare e computer.