C’è anche uno spoletino fra le persone interrogate dalla Guardia di Finanza che conduce l’inchiesta, coordinata dai pm di Perugia, sulle compravendite facilitate da Anemone & soci. Si tratta di Alberto Donati, 52 anni, conosciutissimo negli ambienti del jet set della città del festival. Pochi in città sapevano che è sposato alla figlia dell’ingegner Ercole Incalza, un alto funzionario del ministro Matteoli già nel 1998 finito nel mirino dei magistrati di Perugia per gli appalti legati alla Tav. Già direttore generale del Ministero dei Trasporti, dopo l’inchiesta perugina (che lo video prosciolto), Incalza riemerge nel 2004 diventando consigliere del ministro Lunardi.
Ed è nel luglio del 2004 che Anemone, stando agli accertamenti delle Fiamme gialle, mette a disposizione 52 assegni circolari del valore di 10mila euro ciascuno, che servono a facilitare l’acquisto dell’abitazione della figlia e del genero di Incalza: un appartamento di 5 camere più servizi, a pochi passi da Piazza del Popolo, nel centro del centro di Roma. E’ il 7 luglio 2004 e proprio questa operazione viene segnalata dalla Banca d’Itali.
Una situazione simile a quella su cui i magistrati indagano per gli appartamenti di Scajola e Pittorru, sui cui rogiti compare sempre la firma del notaio Napoleone.
Incalza continua la sua fortuna anche con il ministro Matteoli (dunque l’appartamento è stato acquistato quando era consulente di Lunardi) che due anni orsono lo nomina Capo della struttura tecnica di missione, insomma il braccio destro del titolare delle Infrastrutture.
Donati, a quanto riportano stamani i quotidiani, avrebbe dichiarato agli inquirenti che “cercavo casa con mia moglie e mio suocero mi disse di rivolgermi all’architetto Zampolini che avrebbe provveduto”. Secondo l’atto notarile, l’appartamento è stato venduto a 390mila euro: per i pm il prezzo reale della vendita sarebbe invece di 900mila euro. Anemone avrebbe messo a disposizione il denaro, cambiato da Zampolini con i 52 assegni circolari. Nel primo pomeriggio l’ingegner Incalza ha affidato al propriolegale, l’avvocato Titta Madia una nota in cui si dice “tranquillo. Se mai sarò chiamato a spiegare la vicenda, fornirò tutti i chiarimenti necessari alle autorità competenti”.